Se un tempo ci si informava acquistando i giornali cartacei, oggi lo si fa sul web, e non sempre sui siti specializzati. I social network, nel bene e nel male, sono diventati la principale fonte d’informazione per moltissimi utenti, motivo per cui svariati furbacchioni 2.0 hanno inventato un sistema niente male per fare soldi facili. I siti web sono, per gli utenti finali, gratuiti nel 99,9% dei casi, basta cliccare un link per leggere qualsiasi cosa, a ripagare i redattori e gli editori ci pensano poi i banner e le pubblicità presenti fra un paragrafo e l’altro. Basta dunque, per racimolare ottime somme, raccogliere un grande bacino d’utenza, e quale modo migliore se non inventare bufale clamorose? Ogni giorni, soprattutto su Facebook, dilaga l’indignazione per questo o quel fatto sconcertante, peccato soltanto che il più delle volte queste “verità sconvolgenti” siano vere e proprie bufale inventate di sana pianta.
Facebook contro le bufale del web
Esistono addirittura anche molti siti che scimmiottano le vere piattaforme d’informazione, pensiamo a ilGiomale, che tenta di catturare pubblico spacciandosi per il vero ilGiornale, e ancora ilFattoQuotidaino, che ricorda ilFattoQuotidiano e così via. Mark Zuckerberg però, che tiene ai suoi utenti, sta elaborando un piano per sconfiggere una volta per tutte la piaga delle bufale su Facebook.
Attraverso un post sulla sua bacheca, il fondatore della piattaforma ha promesso di voler lavorare con giornalisti e organizzazioni autorevoli per capire la provenienza delle loro informazioni, per imparare a riconoscere le fonti malevole. Non si sa ancora però quando le nuove misure entreranno in vigore, speriamo solo che le bufale del web abbiano le ore – e le condivisioni – contate.
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