Banksy non è certo nuovo alle provocazioni e anche questa ha capito nel segno. The Walled Off Hotel: un’hotel con la vista peggiore del mondo.
Un albergo che è allo stesso tempo protesta e arte. Le nove stanze e la «suite», che affacciano direttamente sul muro di separazione eretto dagli israeliani nel 2002, sono decorate con opere di Banksy.
La barriera che avvolge completamente la città era già stata «riccamente» decorata dall’artista britannico nel 2007 e da altri street-artist con numerosi murales.
Anche il nome non sembra stato scelto a caso. “Walled off” pronunciato in anglosassone stretto diventa un tutt’uno e ricorda molto il ben più noto “Waldorf” (Astoria).
L’hotel con la peggior vista del mondo, arredato con le opere di Banksy
Non c’è la spa, né ci sono set da bagno sofisticati ma il vero gioiello è certamente la stanza numero 3. Qui gli ospiti, dal prossimo 20 marzo quando l’hotel ospiterà i primi clienti, dormiranno in un letto king-size sotto un murales realizzato dall’artista britannico.
Un palestinese con la kefiah e un agente della Border Police israeliana che si affrontano a colpi di cuscino in una nuvola di piume nella classica visione dello street artist britannico capace di mescolare nelle sue opere poesia e realtà con una falsa ingenuità.
Non è dato sapere se l’artista, che custodisce da anni gelosamente il suo anonimato, fosse presente alla presentazione dell’hotel. Mescolato fra giornalisti, curiosi e funzionari palestinesi che apparivano sinceramente sorpresi.
14 mesi di lavori in gran segreto
Banksy e il suo team hanno lavorato segretamente per 14 mesi fra le mura di questo palazzetto, accumulando materiali e realizzando anche delle installazioni. Come la nicchia che all’ingresso ospita a grandezza naturale Lord Balfour mentre nel 1917 firma la famosa dichiarazione.
Un portavoce dell’artista britannico ha distribuito alcune note dove si spiega che l’hotel è un’impresa commerciale, una spinta per incoraggiare il turismo che negli ultimi anni è sceso progressivamente, nella città dove per i cristiani tutto è cominciato 2017 anni fa.
Che l’hotel vuole favorire il dialogo fra palestinesi e israeliani, attirare l’attenzione su una città, Betlemme, che ha puntato tutto sul turismo per sostenere la sua economia e attrarre visitatori e turisti, come il restauro della Basilica della Natività, dove il tetto stava per crollare.
L’artista con Betlemme ha sempre avuto un rapporto particolare. Nel 2007, aveva già realizzato 6 opere, le più celebri delle quali sono la colomba con il giubbotto antiproiettile e la bimba che cerca di sorvolare il Muro con dei palloncini in mano.
Poi l’anno scorso a Gaza altri quattro murales, uno dei quali dipinto sulla parte rimanente di una casa distrutta dalla guerra del 2014, con la dea greca Niobe rannicchiata sulle macerie, con il nome simbolico di “Danno da bomba”.