Condizioni di lavoro disumane, sotto accusa la cinese Pegatron che assembla gli iPhone

Pubblicità

La Cina è famosa per avere la classe operaia più veloce del mondo, nessun altro Paese ha dipendenti più diligenti della sterminata nazione asiatica. Peccato però che molti di questi siano trattati al limite della schiavitù, l’ultimo scandalo parte dalle industrie della Pegatron, da uno degli stabilimenti che assembla i dispositivi per Apple (fra cui anche gli iPhone). A parlare è stato uno studente dottorando presso l’Università di New York, Dejian Zeng, che ha svolto nello stabilimento un tirocinio di tre settimane. Nel luogo in questione, lo studente ha raccontato di turni da 12 ore durante i quali gli operai sono costretti ad avvitare sempre le medesime viti, con pochissime pause, controlli di sicurezza esasperanti, cibo pessimo fornito dall’azienda.

Sotto accusa una fabbrica che assembla iPhone

Si entra alle 7:30 del mattino, si passano 12 ore a lavorare in condizioni affatto umane, facendo sempre la stessa operazione, aggiungere una vite nella parte posteriore di uno smartphone. Nello specifico lo studente è finito nel reparto Final Assembly, Test & Pack, dove aveva il compito di montare lo speaker del telefono. “Devi essere veloce, concentrato, preciso. Non è difficile, ma è alienante, non riesci a pensare ad altro per 12 ore al giorno. Ci sono pause da dieci minuti ogni due ore, che la maggior parte dei dipendenti usa per dormire o per andare in bagno, bisogna scegliere”. Globalizzazione e risparmio sulla manodopera, ma a che prezzo? Chissà se Apple ne è a conoscenza.

Leggi anche: Apple abbandona iPhone 5 e iPhone 5C: niente più aggiornamenti poiché fermi ai 32 bit

- Pubblicità -
Pubblicità