La Fondazione Adolfo Pini ospita fino al 14 luglio la mostra Materia prima, un nuovo progetto d’arte contemporanea site-specific realizzato dall’artista Lucia Leuci.
Un’esposizione prodotta e promossa dalla Fondazione, a cura dell’artist-run- project /77 con la supervisione di Adrian Paci, che propone una serie di interventi artistici all’interno delle quattro vetrine della casa museo.
Dopo il primo intervento site specific The Missing Link di Michele Gabriele, ospitato fino allo scorso gennaio, con Materia prima la Fondazione prosegue il proprio percorso dedicato all’arte contemporanea con l’obiettivo di porsi quale nuovo luogo di incontro e valorizzazione della scena dell’arte giovanile a Milano.
Lucia Leuci mette in tavola a Milano cibi veri e sculture in resina
Si tratta di una installazione unitaria articolata in una serie di piatti in ceramica bianca contenenti sculture inedite in resina traslucida accostati, da Lucia Leuc,i a cibi veri.
Le sculture, realizzate con materie sintetiche, riproducono in modo artificioso le pietanze dei singoli piatti, facendo emergere le imperfezioni delle materie prime scelte per la composizione degli stessi. La struttura estetica delle opere rievoca quella dei piatti di alta cucina.
L’artista immagina le vetrine, tre delle quali si trovano nell’ambiente un tempo adibito a sala da pranzo quando la casa ancora svolgeva la sua funzione originale, come isole a sé stanti, intervenendo al loro interno senza privarle della loro funzione estetica originale. Alle luci delle vetrine Lucia Leuci applica gelatine colorate, creando atmosfere diverse a seconda dell’opera inserita al loro interno.
Materia prima: dicotomia tra natura e rappresentazione edulcorata della realtà
Cardine dell’intervento artistico è la dicotomia tra natura e rappresentazione edulcorata del reale, unite in un lessico gastronomico. La commistione degli elementi presenti nelle opere della Leuci è esplicativa della ricerca estetica perseguita dall’artista, che si propone di stimolare il visitatore a una fruizione viscerale delle opere, suscitando in chi le osserva ricordi di un vissuto non solo visivo ma anche tattile ed olfattivo.
La mostra racconta la lenta evoluzione delle opere nel tempo poiché le sculture in resina rimarranno invariate, mentre quelle organiche lentamente deperiranno offrendo ai visitatori delle opere ogni giorno diverse e inedite.