Utero retroverso: cos’è e come influisce su fertilità e gravidanza

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utero retroverso felrtilità

Al giorno d’oggi concepire per alcune coppie è diventato davvero complicato. Molte persone infatti, che siano uomini o donne, ormai soffrono di problemi di sterilità e semplicemente faticano a procreare. Ci sono un’infinità di altre patologie che interferiscono con il naturale processo di concepimento che interessando entrambi i sessi. Una di queste, di cui poco si parla oggi, è il cosiddetto utero retroverso.

Per i problemi di fertilità ormai ci sono tante cure e rimedi. Tra cure ormonali, fecondazione assistita e maternità surrogata c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Ovviamente per ognuna di queste pratiche ci sono delle controindicazioni di carattere medico e morale. 

Il dibattito, ad esempio, sull’utero in affitto in Italia è ancora molto accesso. Essendo un paese fortemente cattolico, questa pratica è definita contro natura nonché lesiva della dignità femminile.

Ma adesso, senza addentrarci in discussioni di etico religiose, cerchiamo di fare chiarezza su di una delle patologie femminili che interferiscono con il concepimento. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere sull’utero retroverso.

 

Cos’è l’utero retroverso?

utero retroverso e rapporti sessuali

L’utero femminile è la cavità addominale che ospita il feto durante i nove mesi di gravidanza e la sua posizione è tra il retto e la vescica proprio al di sotto dell’osso pubico.

Caratterizzato da una forma a pera rovesciata, in condizioni normali l’utero si presenza piegato in avanti ed appoggiato alla vescica. Succede poi in alcuni casi che questo sia piegato invece all’indietro, appoggiandosi all’intestino. Questa strana condizione è detta utero retroverso.

E’ possibile diagnosticare questa ‘malattia’ solo a seguito di una visita ginecologica e di un pap-test. Solo un medico infatti può constatare, a seguito di un approfondito controllo e di una ecografia, che la posizione del collo dell’utero si trovi in alto e non verso l’osso pubico.

Utero retroverso sintomi: come fare la diagnosi

Le cause attribuibili a questa condizione sono principalmente due. L‘utero retroverso (o antiverso) può essere genetico o può essere una conseguenza della presenza di fibromi.

Quest’ultimi, che sono masse fibrose molto dure, potrebbero aver ostacolato la naturale formazione dell’utero, compromettendone lo sviluppo e costringendo quindi l’organismo a trovare una sede alternativa per la cavità uterina.

Questa condizione è diagnosticabile solo tramite visita ginecologica e di solito non causa gravi danni all’organismo quindi una donna può facilmente esserne affetta senza mai scoprirlo.

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Sono stati però individuati alcuni sintomi che potrebbero fungere da campanello dall’allarme. In molti casi di utero retroverso infatti le donne soffrivano dei medesimi sintomi:

  • mestruazioni dolorose
  • cefalea
  • cistite ricorrente
  • rapporti sessuali dolorosi

L’ultimo della lista è il sintomo più comune nelle donne affette da questa condizione. Utero retroverso e rapporti sessuali dolorosi vanno spesso a braccetto.

Oltre a questi sintomi di carattere più generico ne esistono anche altri più gravi e rari associati all’utero retroverso:

  • dolore lombare
  • infezioni frequenti del tratto urinario
  • incontinenza
  • problemi di fertilità

Utero retroverso e concepimento: causa problemi di fertilità?

Utero retroverso e concepimento, contrariamente a ciò che si pensa, non sono nemici giurati. Questa condizione infatti rende il concepimento molto più difficile ma non impossibile. 

A causa della posizione alta del collo dell’utero, gli spermatozoi fanno fatica ad arrivare all’ovulo che, nella maggior parte dei casi, muore senza essere stato fecondato.

Non si può parlare quindi di problemi di fertilità causati da questa patologia ma semplicemente di condizioni sfavorevoli al concepimento. Ma allora, è possibile rimanere incinte con un utero retroverso?

La risposta è assolutamente si. Gli spermatozoi maschili dovranno fare un po’ più di fatica ma, se non ci sono problemi di sterilità da nessuna delle due parti, la fecondazione potrebbe andare a buon fine già dal primo tentativo.

Utero retroverso in gravidanza

utero retroverso gravidanza

Portare avanti una gravidanza per una donna con utero retroverso non presenta alcun tipo di complicazione in più rispetto alla norma.

Solo nelle prime settimane si potrebbe avvertire come una sensazione di pesantezza nella zona della vescica – causato ovviamente dalla posizione inversa dell’utero che continua a crescere – ma che dovrebbe scomparire con il tempo.

Durante la crescita del feto infatti l’utero si espande per far spazio al bambino e automaticamente di raddrizza, sollevandosi dal retto e dalla vescica, allentando la pressione su entrambi gli organi. Ma questa in realtà è una regola che vale sia per le donne con utero normale che retroverso.

Il peso del feto spinge sulla vescica ed è per questo che molte donne in gravidanza sentono un costante stimolo ad urinare. La ‘gravidanza retroversa’ quindi segue lo stesso iter e deve fare i conti con le medesime problematiche.

Utero retroverso parto: cosa cambia al momento della nascita del bambino

Il parto è senza alcun dubbio una delle procedure più misteriose e quasi magiche dell’universo femminile.

Al termine dei nove mesi di gravidanza, infatti, il collo dell’utero – ovvero quella parte più vicina alla vagina – assume una posizione più centrale per favorire l’uscita del bambino attraverso il canale vaginale.

Questo è quello che solitamente accade ad ogni donna al momento del parto, procedura che non cambia se il soggetto presenta un utero retroverso.

Il collo dell’utero, che sia esso posizionato davanti o più indietro, una volta scaduto il termine si sposterà sempre in posizione centrale per favorire l’espulsione del feto. In caso di parto naturale quindi il meccanismo è sempre lo stesso.

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Non è raro che si verifichi però anche uno spostamento al contrario. In molte donne, durante il parto, capita che l’utero si sposti all’indietro e diventi retroverso.

Questo spostamento può essere causato da spasmi della muscolatura uterina durante travagli molti lunghi e stressanti. In questi casi il medico può decidere di ricollocare manualmente l’utero in sede o di praticare un parto cesareo.

Questa opzione di solito viene scelta dal medico in sala parto solo se si presentano complicazioni come piegamento del cordone ombelicale, sofferenza fetale o cordone ombelicale attorcigliato al collo del feto. 

Insomma, il parto è sempre un’incognita ma anche in caso di utero retroverso non ci sono complicazioni aggiuntive da considerare e temere.