Le fotografie di Satoshi Fujiwara in mostra all’Osservatorio Fondazione Prada

La Fondazione Prada ospita fino al 16 ottobre, nello spazio espositivo del Osservatorio a Milano, EU una mostra antologica del fotografo giapponese Satoshi Fujiwara.

Un progetto che include alcuni dei lavori più significativi dell’artista e “5K Confinement”, una commissione realizzata per “Belligerent Eyes”, il progetto di ricerca sulla produzione contemporanea di immagini proposto dalla Fondazione nell’estate 2016 a Venezia.

Il nuovo lessico fotografico di Satoshi Fujiwara

La mostra propone un’alternativa ai regimi rappresentativi che stabilizzano l’attuale identità fotografica europea. Come osserva il curatore Luigi Alberto Cippini, “la produzione fotografica contemporanea sembra essere determinata da rigidi standard di risoluzione, impatto e distribuzione”

Costrizioni che permettono e sostengono il lavoro delle nuove generazioni di fotografi, aumentando la possibilità di pubblicazione dei loro scatti e contribuendo alla formazione di un gusto medio e neutrale.

Satoshi Fujiwara, giapponese classe 1984, attraverso una peculiare scelta delle inquadrature, della distanza focale dai soggetti ritratti e della definizione eterogenea delle fotografie crea un’azione pressante e critica sull’osservatore, deviando dai canoni standard del foto-giornalismo e da una dimensione esclusivamente documentaristica, producendo in questo modo un nuovo lessico emergente.

Una grande retrospettiva sul lavoro dell’artista giapponese

Satoshi Fujiwara Fondazione Prada Milano
Satoshi Fujiwara, Mayday, 2015. © Satoshi Fujiwara

La mostra si divide in due sezioni: la prima parte, ospitata al piano inferiore dell’Osservatorio, ricostruisce la commissione “5K Confinement”, mentre il secondo piano ospita una retrospettiva che espande e riunisce opere dell’artista giapponese.

Le fotografie della seconda sezione sono tratte dalle serie #R (2015-in corso), THE FRIDAY: A report on a report (2015), Police Brutality (2015), Venus (2016-in corso), Continent (2017-in corso), Animal Material (2016-in corso), Mayday (2015), Scanning (2016) e Green Helmet (2016).

L’allestimento di EU è costituito da sequenze di immagini assemblate, volte a eliminare qualsiasi contesto narrativo lineare. Un’operazione che trae origine dalla rielaborazione dell’architettura espositiva disegnata da Herbert Bayer per la mostra The Road to Victory: a procession of photographs of the nation at war, tenutasi al MoMA di New York nel 1942.

Porzioni di telecamere consumate dall’uso, assieme a diversi formati di presenza umana e sorveglianza convergono insieme. Come sostiene Cippini, l’allestimento si presenta come “un conglomerato di formati e standard di definizione che registra l’assuefazione al consumo di immagini e la necessità di dialogare con le forme meno visibili di propaganda contemporanea”.

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Tommaso Pergolizzi
Tommaso Pergolizzi
Laureato in Arti, Patrimoni e Mercati all'Università IULM di Milano. Gallery Assistant presso Dep Art Gallery a Milano e curatore della sezione Arte di Lifestar.it