La prestigiosa sede Spazio Eventi di Regione Lombardia del Grattacielo Pirelli a Milano ospita dall’11 al 29 luglio la mostra personale di Betto Lotti “Paesaggi lombardi luoghi dello spirito”, a cura di Daniele Lotti e Lauretta Scicchitano, con presentazione di Philippe Daverio.
Oltre 70 lavori per raccontare l’attività artistica di Betto Lotti (1894 – 1977) opere pittoriche, acquerelli, carboncini, incisioni, datati fra il 1911 e il 1973, che evidenziano come nella sua pittura abbia privilegiato il tema del paesaggio, degli spazi aperti e descritto con una visione poetica i luoghi a lui molto cari, i paesaggi lombardi.
La sua opera si contraddistingue per un timbro personale, con una grande attenzione volta a scandire gli spazi, a studiare i volumi e alla stesura del colore. I suoi paesaggi, pregni di lirismo romantico, descritti in maniera nitida e reale traducono sulla tela bellezze e vibrazioni naturali celate e svelano inoltre il vissuto dell’artista, l’aspetto emotivo, mentale e la forte spiritualità.
Betto Lotti: Paesaggi lombardi luoghi dello spirito
Il cuore dell’esposizione è dedicato alle tele dei paesaggi lombardi tutte realizzate ad olio. Caratterizzati da una forte legame con la natura, con la realtà che lo circonda e in stretta connessione con il movimento del Novecento, che prediligeva purezza delle forme e armonia nella composizione, questi lavori sono anche carichi di spiritualità e pervasi da un’atmosfera malinconica, legata al ricordo di un passato vissuto in Liguria e in Toscana.
Dell’area lombarda Betto Lotti descrive i luoghi nelle differenti sfaccettature, ma anche i colori, il mutare della luce nelle varie ore del giorno, le persone, i lavori e le abitudini e ne emerge un racconto completo ed esaustivo. Nelle sue vedute, in cui si scorge un costante equilibrio compositivo, emergono, immersi in un’atmosfera silenziosa e solenne, gli elementi essenziali del paesaggio, raffigurati con colori tenui e luci soffuse.
Pennellate morbide e sfumate, toni delicati descrivono una scena di vita quotidiana, legata alla vita semplice e rurale nella tela Le Mondine (1952), dove quattro donne sono chine nella naturale gestualità del loro lavoro nelle risaie. L’essenzialità delle rappresentazioni, degli elementi architettonici e naturalistici come si può osservare in Rustici al sole (1957), Autunno (1962), Brianza (1963) e Periferia (1967) mettono in luce gli stretti legami di Lotti con i maestri Carrà, Soffici, Rosai, De Pisis.