Negli ultimi anni si parla moltissimo di parto naturale, ma spesso lo si fa a sproposito. Il parto naturale, infatti, non è altro che il normale parto vaginale, che avviene senza il taglio cesareo, e non – come comunemente ed erroneamente sempre più si crede – il risultato di estremi ritorni alla natura che sarebbero pericolosi, oltre che anacronistici.
Il momento del parto è infatti molto delicato, sia per la mamma che per il nascituro, e ancora oggi il parto non è esente da rischi. Recenti statistiche hanno dimostrato che in Italia oltre il 36% delle donne opta per un parto con taglio cesareo. La percentuale, che si alza di molto e arriva anche al 54% al sud, è troppo elevata. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, i parti cesarei non dovrebbero mai superare il 15% del totale in una nazione. Ad allontanarsi dalla pratica del parto naturale però non è solo il parto cesareo.
Per il parto naturale esistono infatti degli aiuti medici, come la ventosa vaginale o la somministrazione di ossitocina (una sostanza che aiuta a ridurre le contrazioni) che fanno sì che il parto si definisca operativo. Un parto operativo è sempre un parto vaginale, ma non è più considerato parto naturale. Difficile stabilire quanti ne avvengano, vista la semplicità delle pratiche e il labile confine che lo separa dal parto naturale.
Parto naturale o cesareo?
Molte donne si chiedono quale sia meglio. Abbiamo già parlato di statistiche, e il parto naturale sembra spaventare molte, per cui spesso si decide per il parto cesareo. Quali sono i pro e i contro di ognuno?
I vantaggi del parto naturale sono diversi: prima di tutto ci sono quelli psicologici, dato che molte volte le donne affermano di rafforzarsi molto dopo l’esperienza. Inoltre, il parto naturale garantisce una ripresa generalmente migliore e più veloce, anche in presenza di qualche punto per episiotomia o piccole lacerazioni. Inoltre, la donna è autonoma e indipendente fin da subito. Alcuni contro sono il dolore, una paura rivelata da molte. Fortunatamente, ci sono aiuti, sia psicologici che fisici, per aiutare le donne in questo senso. E il dolore ha uno scopo, quello di guidarci in un parto più facile: le posizioni che aiutano a provare meno dolore, infatti, sono anche quelle che agevolano la discesa. Situazioni di emergenza e urgenza, inoltre, possono presentarsi durante il parto naturale, ma sappiate che verranno sempre valutate sul momento dai medici.
Per quanto riguarda il parto cesareo, tra i vantaggi c’è chiaramente quello di non provare dolore fisico (o almeno non tanto quanto durante il parto naturale). I contro? Il dolori arrivano appena comincia a svanire l’effetto dell’anestesia: la ferita chirurgica fa infatti male, rendendo difficili alcune cose semplici, come alzarsi, starnutire, e tutti le azioni che comportano uno sforzo addominale. Inoltre, per le prima 24 ore si ha un catetere vescicale, flebo, e difficoltà nel muoversi anche nel letto. L’autonomia si riduce: nel primi 2/3 giorni è infatti piuttosto scarsa, a differenza di quanto avviene per il parto naturale.
Parto naturale: come avviene
Come avviene un parto naturale? Innanzitutto c’è la fase prodromica, quella cioè in cui i tessuti della madre si preparano in maniera del tutto naturale al passaggio del bambino. Può essere accompagnata da alcune contrazioni, ma non è detto che sia troppo dolorosa: alcune donne la paragonano addirittura ai dolori mestruali. La dilatazione vaginale dovrebbe arrivare almeno a 3 centimetri. Solo dopo arriva il travaglio, che si divide a sua volta in due parti: la fase dilatante e la fase espulsiva.
La prima è quella in cui il collo dell’utero si dilata sempre di più, proprio per consentire il passaggio del bambino. È caratterizzata dalle contrazioni, che diventano sempre più frequenti e intense man mano che si va avanti. Questa è la fase sulla quale circolano più leggende urbane. Si narra, fra amiche e parenti, di travagli durati moltissime ore, anche due giorni. In effetti non esiste un numero prestabilito di ore per il travaglio di una donna. Dipende da moltissimi fattori, non ultima la sua predisposizione emotiva. E anche dalla sua capacità di sopportare il dolore.
Nel parto naturale, da non sottovalutare è la vicinanza del compagno. Ma soprattutto la durata del travaglio varia a seconda delle caratteristiche dei tessuti e della grandezza del bambino. Esiste un vecchio detto secondo il quale non si dovrebbe lasciare che il sole tramonti due volte sul parto di una donna. E in effetti, se il travaglio supera le 18 ore, in molti ospedali si passa al parto indotto. A questo punto inizia la fase espulsiva, quella durante la quale il bambino viene al mondo grazie a una serie di spinte. Il tutto si conclude con l’espulsione della placenta, detta secondamento.
Parto naturale: cose da sapere
Ci sono tanti miti da sfatare sul parto naturale. Primo fra tutti, il dolore. La sofferenza durante un parto è certamente la più forte alla quale una donna sarà sottoposta durante la sua vita, ma anche qui non c’è uno standard. Molte donne riescono a raggiungere una dilatazione notevole, pertanto i loro dolori sono sopportabili. Inoltre è possibile, grazie alla presenza di un anestesista negli ospedali, ricorrere all’epidurale, che riduce moltissimo i dolori di un parto naturale. Inoltre, se da un lato il dolore è il più forte che proverai mai, alla fine del parto naturale c’è anche la soddisfazione più grande che proverai mai.
Molte donne dichiarano di essersi sentite invicibili dopo aver partorito con un parto naturale. Uno dei timori delle donne al primo figlio è di non accorgersi di quando arriverà il momento del parto. Già al secondo figlio questo problema non si presenta, perché la mamma sa che è impossibile. Sono tanti i casi contrari: quelli in cui una donna al primo parto naturale si reca in ospedale convinta di essere in travaglio, e invece ancora non è iniziato (da qui le leggende di travagli lunghissimi di cui sopra).
Ci sono sempre dei segnali che avvisano il sopraggiungere del parto. Come la perdita del tappo mucoso, che però può avvenire anche alcuni giorni prima dell’inizio effettivo del travaglio. Man mano che il travaglio arriverà, le contrazioni diverranno più frequenti, ma la sola cosa da fare è rimanere il più possibile tranquilla: arriverai comunque in tempo all’ospedale per il tuo parto naturale. Cerca di pensare anche ad altro, e se è troppo presto è consigliabile fare un bel bagno caldo. Mangiare e bere è consigliato, non dar retta a chi sostiene il contrario.
Parto naturale in casa
Una pratica che sta tornando molto in voga è quella di avere un parto naturale nella propria casa. Sicuramente i vantaggi che presenta sono tanti, primo fra tutti quello di sentirsi rilassate tra le mura domestiche, quello di avere il compagno e magari altri parenti accanto, quello di potersi prendere tutto il tempo necessario. Il parto naturale a casa è anche abbastanza sicuro, se si ha a disposizione un team di ostetrici preparati. No al parto in casa fai da te, quindi!
È bene tener presente che il parto naturale in casa può avvenire se non ci sono altre complicazioni. Se la mamma soffre di pressione alta o problemi al cuore, se al bambino che deve nascere sono già state diagnosticate complicazioni di salute anche lievi, se mamma o bambino hanno problemi di diabete, il parto in casa è fortemente sconsigliato poiché potrebbero insorgere complicazioni pericolose. Anche in caso di un precedente parto gemellare o di parti difficili, questa pratica non è consigliabile. C’è sempre qualche rischio, anche se lieve, e non potrai avere l’epidurale, poiché prevede la presenza di un anestesista.
I costi sono tutti a tuo carico poiché il servizio sanitario nazionale non li copre. Detto questo, dopo il parto, potrai avere più tempo, per esempio per recidere il cordone ombelicale, e per tutta la fase post parto. Potrai rilassarti e addirittura scegliere un’ostetrica che segua l’intero periodo del puerperio, ossia quello che occorre al tuo apparato femminile per tornare a funzionare come prima.