Palazzo Ducale ospita fino al 3 settembre la prima grande retrospettiva di immagini a colori del celebre fotografo Elliott Erwitt.
Un evento unico ed eccezionale dal momento che, mentre i lavori in bianco e nero del grande maestro sono stati esposti in numerose mostre di grande successo all’estero e in Italia, la sua produzione a colori è completamente inedita.
Elliott Erwitt: gli scatti a colori tra politica, sociale, architettura, cinema e moda
Solo in tempi molto recenti il fotografo di origini russe naturalizzato americano ha infatti deciso di affrontare, come un vero e proprio viaggio durato lunghi mesi, il suo immenso archivio a colori.
Una tecnica che Elliott Erwitt aveva scelto di dedicare solo ai suoi lavori editoriali, istituzionali e pubblicitari: dalla politica al sociale, dall’architettura al cinema e alla moda. Immagini dunque sostanzialmente diverse, immagini sulle quali ha posato uno sguardo critico e contemporaneo a distanza di decenni, che ci fanno conoscere un mondo parallelo altrettanto straordinario.
E’ nato così un percorso sorprendente per l’eleganza compositiva, l’uso del colore, l’ironia, talvolta la comicità e gli altri poliedrici aspetti che rendono Erwitt un autore amatissimo e inimitabile. Una mostra che comprende circa 135 scatti, che Elliott Erwitt ha selezionato personalmente, traendoli dai suoi due grandi progetti a colori, Kolor e The Art of André S. Solidor.
Un narratore della storia e della civiltà contemporanea
Membro dal 1953 della storica agenzia Magnum, fondata tra gli altri da Henri Cartier-Bresson e Robert Capa, Erwitt ha raccontato con piglio giornalistico gli ultimi sessant’anni di storia e di civiltà contemporanea, cogliendo gli aspetti più drammatici ma anche quelli più divertenti della vita che è passata di fronte al suo obiettivo.
Marilyn Monroe, Fidel Castro, Che Guevara, Sophia Loren, Arnold Schwarzenegger, sono solo alcune delle numerose celebrità colte dal suo obiettivo ed esposte in mostra. Su tutte Erwitt posa uno sguardo tagliente e al tempo stesso pieno di empatia, dal quale emerge non soltanto l’ironia del vivere quotidiano, ma anche la sua complessità.