L’ITALIA DI MAGNUM: gli scatti del Belpaese dal dopoguerra a oggi

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Dal 9 maggio al 22 luglio 2018, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini ospita la mostra L’ITALIA DI MAGNUM. Da Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin. 130 immagini di venti tra i più importanti maestri della fotografia del XX secolo, che raccontano la cronaca, la storia e il costume del nostro paese dal dopoguerra a oggi.

L’esposizione celebra i settant’anni dalla fondazione di Magnum Photos, avvenuta nel 1947 a New York, a opera di Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, David Seymour, George Rodger e William Vandivert.

L’ITALIA DI MAGNUM. Da Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin, la cronaca, la storia e il costume del nostro paese dal dopoguerra a oggi

Il percorso espositivo si apre con un omaggio ad Henri Cartier-Bresson e al suo viaggio in Italia negli anni trenta, e prosegue con la serie di Robert Capa che restituisce l’immagine di un paese in rovina alla fine della seconda guerra mondiale e con quella di David Seymourche, nel 1947 documenta i turisti che tornano a visitare la Cappella Sistina.

Organizzata per decenni, L’ITALIA DI MAGNUM continua con gli anni cinquanta che vedono la rinascita del paese, attraverso le immagini di Elliott Erwitt che racconta con uno sguardo ironico la capitale Roma, le sue bellezze e le sue contraddizioni, di René Burri che conduce lo spettatore all’interno della famosa mostra di Picasso a Palazzo Reale di Milano nel 1953, che ospitava Guernica, il capolavoro del maestro malagueño, e di Herbert List con gli scatti realizzati a Cinecittà, la “Hollywood sul Tevere”.

Gli anni sessanta sono rivissuti attraverso le fotografie di Thomas Hoepker, Bruno Barbey ed Erich Lessing che presentano, rispettivamente, il trionfo di Cassius Clay alle Olimpiadi di Roma del 1960, l’enorme partecipazione popolare ai funerali di Palmiro Togliatti, e le vacanze sulla riviera romagnola nel periodo del boom economico.

L’ITALIA DI MAGNUM, la mostra che celebra i settant’anni dalla fondazione di Magnum Photos

La Sicilia di Ferdinando Scianna apre la sezione degli anni settanta, dove s’incontrano le immagini di Leonard Freed sul processo sociale che ha portato al referendum sul divorzio e di Raymond Depardon con la serie sui manicomi, nel momento storico che ha segnato l’introduzione nell’ordinamento italiano della legge Basaglia che ne decretava la chiusura.

Gli anni ottanta vivono nel confronto tra le grandi fotografie di Martin Parr che documentano la definitiva affermazione del turismo di massa nel nostro paese, tra bellezza dei luoghi e cattivo gusto dei visitatori e quelle di Patrick Zachmann sulla camorra napoletana.

La contemporaneità, dagli anni novanta ai primo decennio del nuovo secolo vive nel racconto di Alex Majoli sulle discoteche romagnole, di Thomas Dworzak sul G8 di Genova, di Peter Marlow sulla della guerra nella ex Jugoslavia e di Chris Steele Perkins sulla “Clericus Cup”, il torneo di calcio tra religiosi. Chiude idealmente la mostra, Paolo Pellegrin con gli scatti realizzati alla folla assiepata in piazza San Pietro a Roma durante la veglia per la morte di Papa Giovanni Paolo II e a un barcone carico di migranti nel mar Mediterraneo.

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