Edicola Radetzky, il chiosco in stile liberty in ferro e vetro, posizionato tra la Darsena e i navigli, ultimo espemplare di una tipologia di arredo urbano tipico milanese, ospita dal 30 maggio al 23 giugno, l’istallazione A.S. Velasca: Injury Time.
Un progetto con cui condivide diversi aspetti, tra cui il rapporto con la città di Milano e la possibilità di attivare delle opere attraverso la loro immersione in momenti di vita reale.
Non è un club di calcio, non è un’opera d’arte, è tutto questo insieme (Un tifoso collezionista, 2015)
A.S. Velasca è insieme un’opera d’arte e una squadra di calcio regolarmente iscritta e attiva nel campionato CSI di Milano, fondata nel 2015 da Marco De Girolamo, Karim Khideur, Loris Mandelli, Wolfgang Natlacen e Clément Tournus, arruolando giocatori dilettanti che come dei performer agiscono consapevolmente all’interno di una narrazione che accosta alla pratica del calcio, e a tutti i momenti che la caratterizzano, delle opere appositamente realizzate da artisti.
L’insieme dei fattori, che comprende lo sponsoring tecnico di Le Coq Sportif, fa della squadra un’opera d’arte totale, la cui identità visiva è caratterizzata anche dagli “objets utiles”realizzati da artisti e utilizzati in campo. La stessa divisa è ovviamente realizzata da un artista, che assume il nome di sponsor proprio in riferimento al carattere di spazio pubblicitario solitamente attribuito alla maglia.
A.S. Velasca si racconta all’interno di Edicola Radetzky, trasformandola in un ex voto tridimensionale di infortunio
L’approccio sperimentale e audace, tipicamente meneghino, si rispecchia perfettamente nel nome e nell’immagine della Torre Velasca, uno dei più noti simboli di Milano, insieme discusso e amatissimo. L’intero progetto passa attraverso il filo sottile della superstizione, e alcune delle opere attivate in campo hanno la funzione di oggetti apotropaici, tra tutte l’esempio più palese è la fascia da lutto di Eric Pougeau, che riportando una bestemmia risulterebbe inutilizzabile perché comporterebbe l’immediata squalifica della squadra.
Il carattere estremamente rarefatto e vagamente sacrale portato dalle opere, sommato ovviamente al tema del calcio vissuto come religione laica condivisa da tifosi e giocatori, diventa quintessenziale nel progetto con cui A.S. Velasca si racconta all’interno di Edicola Radetzky, che trasforma in un quadretto ex voto tridimensionale un infortunio realmente successo in campo e purtroppo comune tra i calciatori: la rottura del crociato.
All’ostensione nell’edicola della gamba del calciatore infortunato, riprodotta a Ortisei da uno scultore di arte sacra, si lega l’esposizione dei diversi objets utiles di A.S. Velasca, sospesi all’interno dell’edicola a rappresentare la stasi dell’infortunio. Riflettendoci, prima o poi tutte le squadre fanno delle esposizioni di quelle che i loro ultras considerano delle reliquie, ma fatta eccezione per la mostra di A.S. Velasca si tratta di ricordi di vittorie.
I pezzi esposti:
Ex voto è un’opera di Wolfgang Natlacen, le maglie da gara dell’A.S. Velasca sono state realizzate da Jiang Li (2017/2018), Régis Sénèque (2015/2016), Zevs (2016/2017), la borraccia da Zhuo Qi, la moneta dell’arbitro da Nada Pivetta, la bandiera del calcio d’angolo da Kevin Jackson, la bandiera del guardalinee da Stephen Dean, le sciarpe dei tifosi da Thomas Wattebled, le fascie per il capitano da Primavera De Filippi (2016/2017) e da Patricia Waller (2015/2016) e i ritratti dei calciatori da Romina Bassu, mentre i parastinchi e il tabellone sono stati realizzati rispettivamente da Alessandro Belussi e Patrizia Novello. Così come i contributi individuali generano l’opera d’arte totale, il club, tra questi non si può non annoverare lo sponsor tecnico, Le Coq Sportif. Alcune delle opere esposte in occasione di Injury time saranno sottratte all’allestimento, durante il periodo della mostra, perché impiegate in campo durante le partite.