L’Accademia di Belle Arti di Brera, dal 27 giugno al 28 settembre, rende omaggio alla ricerca artistica di Franco Fossa (Milano, 1924-2010) con la mostra Figure, luoghi, riflessi del tempo. Opere grafiche (1950-2010); una selezione di opere grafiche realizzate dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, a testimonianza delle fasi evolutive del suo percorso creativo.
L’esposizione documenta i principali temi iconografici legati ai registri espressivi del segno e del colore, dallo studio della figura umana (corpi, teste, ritratti) alle ambientazioni plastiche dove la presenza dell’uomo è immaginata in relazione a spazi angusti e desolati, costruzioni architettoniche primarie, luoghi pervasi da un senso di solitudine esistenziale.
Franco Fossa: ricerca grafica come dimensione progettuale della forma tra ambienti e piani
Dopo aver disegnato figure di forte carica espressionista, l’artista indaga i volti dell’esistenza in una serie di teste e ritratti vissuti come temi comunicativi di una realtà aspra, cruda e tagliente, attraversata senza sosta da dubbi e ripensa- menti. In seguito, parallelamente alle scelte operate sul piano della scultura, la ricerca grafica riflette la dimensione progettuale della forma che oscilla tra “ambienti e piani” alla ricerca di equilibri volumetrici, armonie spaziali, oltrepassamenti.
Misurandosi con questi canoni della rappresentazione, l’arte di Franco Fossa pone in evidenza l’incombente idea di alienazione e la costante perdita di valori umani che contraddistingue la vita contemporanea durante le stagioni del suo operare, fino a farsi strumento di denuncia e presa di coscienza di una condizione sottoposta alle costrizioni della sfera sociale.
Di fronte a questi stati d’animo l’artista amplifica la dimensione interiore del visibile intercettando spiragli di luce che alleggeriscono il peso compatto dei volumi, scatole, cubi e parallelepipedi come riflessi della condizione urbana. Ampi margini di apertura sono suggeriti dalle opere dell’ultimo periodo, i vincoli spaziali si smaterializzano e la figura dell’uomo è libera di spaziare verso atmosfere impalpabili, luoghi senza limiti, visioni sempre più proiettate oltre i confini.