Eternal City: Roma vista attraverso gli occhi degli anglosassoni

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Il Complesso del Vittoriano di Roma ospita dal 28 giugno al 28 ottobre la mostra Eternal City. Una nutrita selezione di fotografie che ritraggono Roma: distribuite fra la seconda metà del XIX secolo e l’età contemporanea, foto che provengono dall’archivio del Royal Institute of British Architects, a Londra.

Da sempre Roma attrae l’interesse degli artisti e dei viaggiatori, che nel corso dei secoli ne hanno interpretato i singoli monumenti e l’immagine complessiva. Una città che possiede non uno, bensì mille volti, che si riflettono nel Tevere e nelle cupole al tramonto, identità distinte che talvolta si contraddicono e altre si sovrappongono, stratificandosi e costruendo una maglia fitta di episodi.

Eternal City: i mille volti di Roma negli scatti di artisti e viaggiatori

Le foto provenienti dal Royal Institute of British Architects, o RIBA, costituiscono un momento chiave nel percorso secolare della città. Fondato nel 1834 a Londra, il RIBA conserva nei suoi archivi circa tre milioni tra fotografie, diari, lettere e fascicoli personali. Il RIBA non è difatti solo un importante ordine professionale: alla sua base vi è anche il desiderio di promuovere l’educazione alla qualità dell’architettura, dentro e fuori la Gran Bretagna.

La mostra ricostruisce l’immagine della città eterna in un momento chiave della sua esistenza. Attraverso la lente del Grand Tour il visitatore può osservare la città con gli occhi del mondo anglossassone e condividerne gli sguardi iconici ma anche inusuali e profondamente narrativi. Dal collodio alla street photography, la mostra accompagna il pubblico alla scoperta della capitale suggerendo riflessioni architettoniche, urbanistiche, politiche, sociali e nel contempo stimolando la critica verso la scoperta di luoghi che la fotografia come sempre, reinterpreta e racconta.

In tempi recenti apprezzata dagli stranieri più che dagli Italiani stessi, forse abituati alla sua bellezza, Roma è l’esempio per antonomasia di città che ha da sempre stimolato l’immaginazione collettiva. Tra memoria dell’antico e sperimentazione del moderno, la città è stata soggetto ideale per pittori e incisori dal Rinascimento, mentre la fotografia si sviluppa proprio quando ‘si fa’ l’Italia: la nuova tecnica contribuisce ad alimentare quell’aura che avvolge Roma già dai secoli precedenti.

Si tratta principalmente di pittori/fotografi che, nelle prime uscite in gruppo, sistemano le macchine fotografiche negli stessi luoghi, in alcuni casi rendendo complessa l’attribuzione di alcune fra le prime immagini. L’iconica scalinata di Trinità dei Monti da via dei Condotti o, caso ancor più paradigmatico, il Foro, sono sostanzialmente ripresi da punti di vista condivisi da tutti primi fotografi, con minime varianti.

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