Dal 18 luglio al 30 settembre, il Pio Monte della Misericordia di Napoli ospita un istallazione di arte contemporanea di Oliviero Rinaldi. Mostra che presenta in anteprima assoluta l’ultimo lavoro dell’artista Le otto opere di Misericordia, una di uno dei più grandi capolavori del Caravaggio conservato proprio al Pio Monte.
Oliviero Rainaldi, classe 1956, artista di fama internazionale le cui opere sono presenti all’estero e in Italia – come Caduti nel Palazzo dell’ONU, il bassorilievo Neptune in the Windrealizzato per il marchio Maserati, la scultura simbolo del Frederik Meijer Gardens & Sculpture Park in Michigan – espone Le otto opere di Misericordia, il suo ultimo lavoro.
Oliviero Rinaldi, Le otto opere di Misericordia: In bilico tra sacro e profano, misticismo e indagine sulla natura umana
Posizionandolo all’interno del Pio Monte della Misericordia, l’artista rivisita Le Sette opere di Misericordia realizzato nel 1607 da Caravaggio, uno dei più grandi capolavori della storia dell’arte conservato all’interno della cappella del complesso. L’intento di Rainaldi è quello di completare, come se la sua opera fosse l’estensione naturale profusa dalla luce del quadro, il lavoro del Merisi, caricandolo di ulteriori segni mistici e profondi significati.
Il dipinto di Caravaggio, che fu la prima commissione da parte di Luigi Carafa dopo la fuga dell’artista da Roma a seguito della condanna per omicidio, esprime attraverso il forte contrasto di luci la visione diretta della realtà che lascia emergere la verità delle azioni e i sentimenti di compassione. Rainaldi, alle sette opere (Dar da bere agli assetati, Ospitare i pellegrini,Visitare gli infermi, Dar da mangiare agli affamati, Vestire gli ignudi, Visitare i carcerati e Seppellire i morti) col suo progetto unico propone l’aggiunta di un’ottava: la misericordia con sé stessi, il proprio essere che è luogo dell’accoglienza, del perdono, della carità, come preparazione attraverso la conoscenza e riconciliazione con la propria interiorità.
Le otto opere di Misericordia sono così sintetizzate, non più nella rappresentazione descrittiva di ogni singola opera, bensì nella loro più profonda essenza. In bilico tra sacro e profano, misticismo e indagine sulla natura umana, la scultura realizzata per l’esposizione partenopea si ispira a quella fiamma simbolo dello Spirito, citando la torcia che compare al centro della tela del Caravaggio che troneggia nell’abside della Chiesa.
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