Gli scatti di André Kertész in mostra a Milano

Il Centro Culturale di Milano ospita, dal 15 gennaio al 10 marzo, la mostra fotografica André Kertész. Lo stupore della realtà. 90 straordinarie opere per riscoprire l’arte del grande fotografo che con i suoi lavori è stato in grado di realizzare immagini capaci di reinventare la realtàdestinata a segnare un preciso percorso nella fotografia contemporanea.

Per Kertész “qualsiasi aspetto del mondo, dal più banale al più importante, merita di essere fotografato, con amore”. È dallo stupore verso fatti inconsueti o quotidiani, esterni o interni,  che nasce la possibilità di far diventare le cose fotografia. Con le sue riprese ravvicinate e a volo d’uccello, la sua passione per le strutture geometriche, le ombre e le silhouette, la sua attenzione per le forme di oggetti anche umili di cui coglie l’armonia, l’artista ungherese dialoga idealmente anche con il linguaggio del design.

André Kertész. Lo stupore della realtà: immagini capaci di reinventare la realtà, destinata a segnare un preciso percorso nella fotografia contemporanea

Attraverso le quattro sezioni della mostra gli scatti di Kertész accompagnano il visitatore in un viaggio ideale che tocca tutti i luoghi dove il fotografo ungherese ha vissuto e lavorato.  Dallo sguardo dell’autore sulla sua Ungheria rurale e tradizionale alle famose composizioni che riprendono la capitale francese.
A Parigi Kertész scopre una città europea dove può frequentare il circolo degli artisti ungheresi del quartiere di Montparnasse, rimanere colpito dagli incontri con Piet Mondrian, Fernand Léger e Marc Chagall, conoscere il surrealismo di André Breton, che poi declina personalmente per rimanere all’interno della dimensione ironica, anziché concedersi allo spaesamento e all’assurdo.

Quando arriva negli Stati Uniti il suo stile fotografico svelerà i tratti di un America singolare e intensa, diversa dal reportage. Fino allo straordinario riconoscimento nel 1964, al Museum of Modern Art di New York.Da quel momento vitata attraverso il mondo: Londra, Parigi, Stoccolma, Melbourne, Tokyo, Buenos Aires, Venezia ospiteranno i suoi lavori.
Nell’ultima fase della sua vita creativa e soprattutto quando non sarà più in grado di uscire di casa, André Kertész comincia a fotografare dalla finestra del suo appartamento in Washington Square realizzando immagini che riprendono quel tipo di ripresa dall’alto che è stata una caratteristica costante della sua visione fin dagli esordi.

Leggi anche: Il linguaggio universale di Franca Ghitti alle Gallerie D’Italia di Milano