Antonio Colombo Arte Contemporanea ospita, dal 14 febbraio al 27 marzo, Sogno Lucido, mostra personale dell’artista italiano 108, a cura di Michela D’Acquisto.
108, tra i maggiori esponenti del post-graffitismo in Italia, dopo anni durante i quali aveva affidato le sue forme essenziali esclusivamente al nero, in occasione della nuova mostra negli spazi della galleria, l’artista ritorna all’uso del colore.
108 inventa e plasma la realtà a lui circostante, offrendo uno sguardo privilegiato sulla dimensione onirica
Un’evoluzione istintiva che vede, il colore, non più soltanto come un’esigua componente razionale, in gran parte assorbita dall’irrazionalità preponderante delle sue macchie scure, ma che adesso ne rivaluta le qualità sensibili capaci di avvicinare la realtà alla sfera spirituale, in un processo fortemente ispirato agli scritti di Huxley riguardanti la percezione e alla teoria sui colori di Kandinskij.
Astratti ma organici, questi lavori si sottraggono alle leggi della geometria e scaturiscono dal caso e dalle ripetizioni che governano la natura; concisi e tuttavia perfettamente eloquenti, riflettono anche formalmente la dualità della loro essenza, in quanto il nero è contemporaneamente plenitudine e vuoto, e in più esteriormente è il colore con minor suono “su uno sfondo nero qualsiasi colore, anche se ha un suono flebile, sembra forte e preciso”.
Attraverso un approccio assimilabile a quello automatico utilizzato dai surrealisti o, ancora meglio, da medium e sciamani, 108 abbandona il controllo della ragione e rimette interamente all’inconscio la sua onnicomprensiva pratica artistica, che comprende e concilia in sé molteplici suggestioni, su tutte, le avanguardie del Novecento, i culti primordiali e le tradizioni popolari del Piemonte delle sue origini, le culture e le religioni orientali, ma anche la sua vita quotidiana e l’assoluta necessità di trascenderla.
Come in un rituale privato, o come nel corso di un sogno, tramite la sua arte 108 inventa e plasma la realtà a lui circostante, offrendo uno sguardo privilegiato sulla dimensione onirica che sempre traspare dalle sue opere.