Centinaia di concerti e artisti, decine di migliaia di metri di dislivello percorsi a piedi, innumerevoli strumenti portati in spalla fino a radure, conche e rocce, un pubblico sempre numeroso che anno dopo anno ha conosciuto e amato assieme alla musica anche la natura della montagna, dimostrando anche un grande rispetto per l’ambiente. L’elenco e i numeri potrebbero continuare perché in 25 anni di storia, I Suoni delle Dolomiti hanno dato vita a qualcosa di nuovo. La grande novità dell’edizione 2019 è che per la prima volta viene proposta l’Opera con “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, in scena a 2000 metri di quota (Pian della Nana in Val di Non nel Gruppo del Brenta).
Sin dalla sua nascita il Festival trentino di musica in quota ha una peculiarità: salire fino ai luoghi dei concerti percorrendo gli itinerari a piedi, magari insieme agli artisti, per poi sedersi in radure o all’ombra di imponenti rocce dolomitiche e abbandonarsi ad altri ritmi: suoni e delle musiche provenienti da tutto il mondo.
Concerti che regalano emozioni, ricordi, riscoperte, colori, incontri, sono racconti, condivisioni, sono anche prime e ultime volte visto che ogni concerto dei Suoni è irripetibile per il mix di artisti, luoghi e persino contesto meteorologico che lo caratterizza.
Nella venticinquesima edizione (28 giugno-15 settembre) si ritrova tutto quanto conquistato in questi anni: musiche da tutto il mondo, grandi artisti, sentieri e natura. Il Festival inoltre si allunga e propone appuntamenti fino al 15 settembre, un’occasione per scoprire un mese particolarmente affascinante in montagna.
Tutti i concerti avranno inizio alle ore 12 quando non diversamente indicato.