A Roma l’opera vincitrice della terza edizione diĀ Italian Council di Diego Perrone

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Palazzo Massimo ospita, dal 25 luglio al 7 gennaio, un nuovo progetto diĀ Diego Perrone: la scultura dal titoloĀ La notte allā€™indietro pesaĀ allestita nellaĀ Sala della dea Roma.

Il progetto di Diego Perrone, promosso dal Museo Nazionale Romano, ĆØ vincitore della terza edizione diĀ Italian Council, il bando ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane – guidata da Federica Galloni – del Ministero per i Beni e le AttivitĆ  Culturali, per promuovere lā€™arte contemporanea italiana nel mondo. Dopo essere stata presentata in primavera a Bullseye Projects di Portland nellā€™Oregon, lā€™opera approda a Roma, per proseguire nel corso del 2020 allā€™Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles a gennaio, al Museo svizzero di San Gallo a febbraio per essere Ā infine installata a settembre alla Crypta Balbi.

Diego Perrone, La notte allā€™indietro pesa

La notte all’indietro pesaĀ ĆØ una scultura di pasta di vetro realizzataĀ attraverso una tecnica chiamataĀ pate de verre, letteralmente “pasta di vetroā€, Ā che consiste in una fusione a cera persa del vetro in uno stampo di gesso refrattario.

L’opera ĆØ pensata,Ā spiega lo stesso Diego Perrone,Ā Ā “come un insieme di forme e soggetti stratificati su un unico volume. Nella parte a bassorilievo emerge il profilo di un volto raffigurato da una prospettiva inusuale, quasi a volo di uccello, che conferisce uno sbilanciamento all’indietro: una specie di fluttuazione nello spazio, come in assenza di gravitĆ .Ā Nella parte centrale ho modellato a rilievo due mani nell’atto di mostrare due orologi da polso. Il colore blu opaco del vetro ĆØ servito per evidenziare naso e occhi della faccia e prolungandolo poi in mezzo alle due mani con gli orologi ha evocato un terzo soggetto molto simile ad una civetta”.

Lā€™opera di Diego Perrone ĆØ presentata nellaĀ Sala che ospita un affresco del IV sec.Ā d.C. Ā che rappresenta Venere seduta, integrato a olio come dea Roma nel XVII secolo. Dell’affresco originaleĀ sono state infatti ridipinte la metĆ  superiore della testa, quasi completamente lo scudo, i piedi con il plinto, lo zoccolo alla base con lā€™iscrizione. Lā€™affresco ĆØ stato trovato nel 1655 nei pressi del battistero di San Giovanni in Laterano e portato nel giardino segreto di Francesco Barberini. Nel 1935 viene donato allo stato Italiano dalla principessa Barberini.

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