Dal 31 ottobre al 24 novembre, Officine Fotografiche di Milano ospita la mostra Quello che resta, una raccolta che presenta 35 fotografie di Alberto Gandolfo (Palermo, 1983).
La mostra, curata da Benedetta Donato, ruota attorno alla ricerca fotografica dell’artista siciliano, iniziata nel gennaio del 2017, che prende spunto dalle vicende di cronaca risalenti al passato italiano più recente, mettendo al centro della narrazione i familiari e le persone vicine alle vittime di episodi tragici, impegnate in lunghe battaglie alla ricerca della verità.
Quello che resta, gli scatti di Alberto Gandolfo che ritraggono familiari e persone vicine alle vittime di episodi tragici, alla ricerca della verità
“Conosciamo le storie di cronaca, ricordiamo com’erano i volti delle persone tragicamente scomparse – afferma lo stesso Alberto Gandolfo -, ma poco o nulla sappiamo di chi resta, di quelle persone che, oltre a vivere un grande dolore, dovuto alla perdita di un proprio caro, ereditano battaglie portate avanti alla ricerca della verità e della giustizia”.
Per oltre un anno, Alberto Gandolfo ha documentato e approfondito 27 storie, dalla strage di Piazza Fontana ai casi Englaro e Welby, da Peppino Impastato a Paolo Borsellino, fino ai più recenti accadimenti della strage di Viareggio e del caso Cucchi. A queste e altre storie corrispondono i ritratti di volti dei familiari delle vittime, finora rimasti quasi sconosciuti. Renderli visibili, è il mezzo per mantenere alta l’attenzione sulle evoluzioni di vicende specifiche e assai particolari, in cui necessariamente tutti sono coinvolti.
L’intero ciclo di fotografie di Quello che resta è contenuto nell’omonimo volume, curato da Benedetta Donato, pubblicato da Silvana Editoriale che, oltre al testo introduttivo e alle schede monografiche redatte dalla curatrice, accoglie un contributo di Giovanna Calvenzi.