Dal 23 novembre sino al 5 aprile il Castello Visconteo Sfornisco di Novara ospita la mostra Divisionismo. La rivoluzione della luce. Un grande progetto espositivo dedicato al Divisionismo considerato, giustamente, la prima avanguardia in Italia.
Promossa e organizzata dal Comune di Novara, dalla Fondazione Castello Visconteo e dall’Associazione METS Percorsi d’arte, in collaborazione con ATL della provincia di Novara, con i patrocini di Commissione europea e Provincia di Novara, con il sostegno di Banco BPM, Regione Piemonte, Fondazione CRT e Esseco s.r.l., la mostra è curata dalla studiosa Annie-Paule Quinsac, tra i primi storici dell’arte ad essersi dedicata al Divisionismo, esperta in particolare di Giovanni Segantini, figura che ha dominato l’arte europea dagli anni Novanta alla Prima guerra mondiale, di Carlo Fornara e di Vittore Grubicy de Dragon.
Per la sua posizione geografica, a quarantacinque chilometri dal Monferrato, fonte iconografica imprescindibile nell’opera di Angelo Morbelli, e appena più di cento dalla Volpedo di Giuseppe Pellizza, senza dimenticare la Valle Vigezzo di Carlo Fornara, Novara è luogo deputato per ospitare questa rassegna, incentrata sul Divisionismo lombardo-piemontese.
Divisionismo. La rivoluzione della luce, la risposta italiana al Neo-Impressionismo francese
Ordinata in otto sezioni tematiche l’esposizione Divisionismo. La rivoluzione della luce, attraverso circa settanta opere provenienti da importanti musei e istituzioni pubbliche e da collezioni private, ripercorre la storia del movimento artistico a cavallo tra Lombardia e Piemonte.
Nato a Milano, sulla stessa premessa del Neo-Impressionnisme francese (Pointillisme), il Divisionismo muove dall’idea che lo studio dei trattati d’ottica, che hanno rivoluzionato il concetto di colore, debba determinare la tecnica del pittore moderno. Si sviluppa nel Nord d’Italia, grazie soprattutto al sostegno di Vittore Grubicy de Dragon, mercante d’arte, critico, pubblicista e a sua volta pittore, che con il fratello Alberto gestisce a partire del 1876 una galleria d’arte a Milano. E’ Vittore a diffondere tra i pittori della sua scuderia il principio della sostituzione della miscela chimica dei colori tradizionalmente ottenuta sulla tavolozza, con un approccio diretto all’accostamento dei toni complementari sulla tela. Da dato chimico, il colore diventa fenomeno ottico e alla dovuta distanza l’occhio dello spettatore può ricomporre le pennellate staccate in una sintesi tonale, percependo una maggior luminosità nel dipinto.
Presto il Divisionismo da Milano e dalla Lombardia si allarga al Piemonte: la pennellata divisa è destinata a diventare strumento privilegiato nella traduzione di una poetica della natura o di una messa a fuoco delle tematiche sociali. Solo Gaetano Previati, irreducibilmente antirealista sin dagli esordi, elabora una visione simbolista che scaturisce dal mito, da un’interpretazione visionaria della storia o dall’iconografia cristiana, agli antipodi di quella di Segantini sempre legata alla radice naturalista di una percezione panica dell’alta quota.