Il Museo del Novecento ospita, dal 3 dicembre al 8 marzo, una mostra dedicata ad Adriana Bisi Fabbri dal titolo L’intelligenza non ha sesso. Adriana Bisi Fabbri e la rete delle arti (1900 – 1918), a cura di Giovanna Ginex e Danka Giacon e promossa dal Comune di Milano | Cultura.
L’esposizione, collocata negli Archivi del Novecento al quarto piano del Museo si concentra sulla rilettura dell’attività artistica e delle vicende biografiche della Fabbri (Ferrara 1881 – Travedona Monate 1918) e del marito Giannetto Bisi (Ferrara 1881 – Verona 1919).
L’intelligenza non ha sesso. Adriana Bisi Fabbri e la rete delle arti (1900 – 1918)
Pittrice e caricaturista, Adriana emerge come una figura autonoma del complesso scenario artistico a lei contemporaneo. Autodidatta, incuriosita da ogni tecnica e sperimentazione con cui entrava in contatto, la volontà ferrea di essere considerata un’artista a tutto tondo la guida attraverso un’epoca e un contesto in cui molti riconoscimenti e percorsi formativi erano preclusi alle donne.
Il percorso espositivo della mostra corre lungo tre linee: la biografia di Adriana Bisi Fabbri, la passione che caratterizza il rapporto con il marito Giannetto Bisi che ne sosterrà il percorso artistico per tutta la vita e la fitta rete di relazioni che la coppia ha intessuto con i protagonisti di due decenni di arte italiana del secolo scorso. Dallo studio delle fonti archivistiche è emerso il resoconto di un panorama artistico pulsante di vita, ricco di progetti, iniziative e movimenti di cui i coniugi Bisi furono parte integrante.
Oltre duecento opere tra dipinti, disegni, grafiche e materiale documentario costruiscono uno scorcio sulla vita intellettuale di inizio secolo. Arte, giornalismo e avanguardie accompagnano il visitatore in un viaggio che da Ferrara passa per Bergamo e Milano, incontrando personaggi del calibro di Umberto Boccioni, Cesare Laurenti, Ugo Valeri, Eugenio Bajoni ed entrando in contatto con i gruppi d’avanguardia di Torino, Firenze, Venezia e Roma. Il punto di vista di Adriana Bisi Fabbri e del marito Giannetto, catturato nel fitto carteggio inedito della coppia, fornisce una chiave di lettura privilegiata del contesto in cui la coppia si muoveva, intesseva rapporti e relazioni, traeva spunto da suggestioni incontrate e si sviluppava professionalmente e sentimentalmente.