5 minuti con le ninfee di Monet al Palazzo Ducale di Genova

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In questi ultimi mesi fulcro del dibattito sulle riaperture delle Istituzioni Culturali sono state le regole di distanziamento sociale all’interno delle sale. Sono lontani i giorni delle foreste di smartphone e macchine fotografiche davanti ai grandi capolavori della storia dell’arte; e ora che lentamente si sta tornando alla normalità Palazzo Ducale di Genova propone, in una sorta di provocazione, una visita individuale (o quasi) al cospetto di una delle opere più celebri di Claude Monet.

Fino al 23 agosto il museo genovese ospita, infatti, il celebre dipinto Le Ninfee di Claude Monet;  godibile in una visita particolare, a tu per tu con l’opera che proviene dal Musée Marmottan Monet di Parigi. 5 minuti esclusivi, soli o con qualche familiare, per ammirare da vicino uno dei quadri più famosi del grande pittore impressionista.

Monet ninfee Genova
© Musée Marmottan Monet, Paris / Bridgeman Images | Claude Monet (1840-1926), Nymphéas, vers 1916-1919. Huile sur toile, 150×197 cm. Paris, musée Marmottan Monet, legs Michel Monet, 1966

5 minuti a tu per tu con le Ninfee di Monet. Una sfida alla riscoperta della contemplazione, del contatto e della forza espressiva di un’opera al tempo del distanziamento sociale

La mostra, nata in collaborazione tra Palazzo Ducale, Arthemisia e il Musée Marmottan Monet di Parigi, spingendo sul tema del distanziamento, coglie l’occasione per creare un’esperienza estetica immersiva ed emozionante. Una sfida alla riscoperta della contemplazione, del contatto e della forza espressiva di un’opera. Un’invito alla riflessione immersiva che ben si sposa con le opere di Monet e con la pittura fluida e avvolgente, col suo narrare personale eppure universale.

L’opera offre a chi la guarda l’immagine di un mondo fluttuante, una rappresentazione personale del suo giardino di Ginerny, il piccolo paese della Normandia dove nel 1883 il pittore francese si trasferisce con la famiglia. Un spazio piano dove si fa fatica a distinguere l’immagine dal suo riflesso, dove due cascate di salici, vicino ai bordi laterali, incorniciano un tappeto di ninfee su cui poggiano i riflessi delle nuvole.

Le Ninfee sono caratterizzate dall’assenza di fondo: l’orizzonte è aperto, non vi è né terra, né cielo, ma solo l’onda e il fogliame ricoprono la tela luminosa e sovrastata da corolle di fiori eterei. Il ciclo delle ninfee rappresenta una tappa fondamentale nell’arco della produzione artistica di Monet, poiché sintetizza l’evoluzione finale non solo dello stile dell’artista, ma dell’intera corrente pittorica impressionista nella quale egli si inserisce.

Monet nel suo giardino a Governi (Photo by George Rinhart/Corbis via Getty Images)

Introduce il capolavoro impressionista il dipinto La contessa Beatrice Susanne Henriette van Bylandt di Giovanni Boldini, proveniente dalle Civiche Raccolte Frugone di Nervi; un omaggio al pittore italiano, uno dei massimi rappresentanti della Belle Époque, che nel 1894 sollecitava la conoscenza di Monet in Italia.

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