Artemisia Gentileschi entra nella collezione del Getty

Immagine di copertina: Artemisia Gentileschi, Lucrezia, 1627, Olio su tela, Los Angeles, The J. Paul Getty Museum | Courtesy Getty Museum

Il J. Paul Getty Museum di Los Angeles ha annunciato di aver acquisito nella propria collezione un opera, fino a poco tempo fa inedita, di  Artemisia Gentileschi. Un grande quadro, rimasto per secoli all’interno di una collezione privata, che è riemerso sul mercato nel 2019.

Il museo americano ha acquistato la tela nel novembre dello stesso anno da un collezionista privato, rimasto anonimo al momento, in un asta che ha segnato un nuovo record mondiale per la famosa artista romana con circa 4,8 milioni di euro. 

Lucrezia, il sacrificio di una nobildonna  che contribuì alla nascita della res publica romana

Lucrezia Artemisia Gentileschi Getty
Una donna guarda il dipinto ‘Lucrece’ della pittrice barocca italiana Artemisia Gentileschi (1593 ab 1652). (Foto di BERTRAND GUAY AFP tramite Getty Images)

Soggetto della tela, un olio databile intorno ai primi anni 30 del Seicento, è la nobildonna  Lucrezia, protagonista di una struggente leggenda dell’Antica Roma. Tito Livio riporta che Lucrezia, moglie di Lucio Tarquinio Collatino, fu violentata da Sesto Tarquinio figlio dell’ultimo Re di Roma Tarquinio il Superbo, che ne era follemente invaghito.

Ormai disonorata la nobildonna si suicidò, pugnalandosi al petto, ma non prima di aver fatto avvisare il marito ed il padre della violenza subita. I due per vendicarsi, affiancati da Lucio Giunio Brutoprovocarono e guidarono una sommossa popolare che cacciò i Tarquini da Roma e li costrinse a rifugiarsi in Etruria. Da questa rivolta nacque la res publica romana, i cui primi consoli furono proprio Lucio Tarquinio Collarino, marito di Lucrezia, e Lucio Giunio Bruto.

Artemisia Gentileschi, l’artista che celebra le donne, eroine forti e coraggiose

Grazia alla sua tragica morte la figura di Lucrezia ha avuto grande fortuna nell’arte rinascimentale e barocca ed è stata più volte protagonista di quadri ed opere che la raffigura nell’atto di togliersi la vita. Tra queste la tela di Artemisia Genitileschi acquistata dal Getty e presto esposta al pubblico.

Lucrezia Artemisia Gentileschi Getty
Dettaglio – Artemisia Gentileschi, Lucrezia, 1627, Olio su tela, Los Angeles, The J. Paul Getty Museum | Courtesy Getty Museum

La Lucrezia di Artemisia, risalente al periodo maturo dell’artista romana, è colta nel momento di massimo pathos, con gli occhi stravolti che guardano nel vuoto, la testa abbandonata all’indietro e il pugnale puntato al seno. Nell’olio la pittrice dimostra, ancora una volta, di aver assimilato a pieno la lezione caravaggesca appresa dal padre Orazio Gentileschi.

Il mezzo busto e lo sfondo nero dal quale la figura si staglia, maestosa e al tempo stesso quasi in terza dimensione, sono infatti la cifra stilistica delle eroine forti e coraggiose, come Giuditta, Salomè e Susanna, che Artemisia ha dipinto durate tutta la sua fortunata carriera. Una scelta ben chiara che rimanda all’esperienza personale dell’artista che subì, giovanissima, violenza dal pittore tardo manierista Agostino Tassi.

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Tommaso Pergolizzi
Tommaso Pergolizzi
Laureato in Arti, Patrimoni e Mercati all'Università IULM di Milano. Gallery Assistant presso Dep Art Gallery a Milano e curatore della sezione Arte di Lifestar.it