Dal 14 settembre al 17 dicembre 2021 la Fondazione Adolfo Pini ospita personale di Elisabetta Benassi, Lady and Gentlemen, a cura di Gabi Scardi.
Il lavoro di Elisabetta Benassi si nutre di un dialogo continuo con il passato e con l’attualità. Attraverso ricerche che la portano a esplorare archivi o a scandagliare tracce di eventi più o meno noti, l’artista ritrova momenti e figure del Novecento ancora capaci di interrogare il presente.
Una mostra incentrata sulla figura di Luciano Anselmino, animatore dell’ambiente artistico italiano
Il progetto, appositamente ideato per la la Fondazione, è incentrato sulla figura del gallerista torinese Luciano Anselmino, figura oggi dimenticata, animatore dell’ambiente artistico tra Roma e Milano negli anni Sessanta e Settanta.
Gli stessi anni in cui il palazzo milanese di Corso Garibaldi passava di mano. Da Renzo Bongiovanni Radice, pittore schivo e riservatissimo, dedito per tutta la sua vita alla pittura con sguardo personale e introspettivo, al nipote Adolfo Pini, bon vivant, responsabile del lascito testamentario grazie al quale la Fondazione Adolfo Pini tuttora esiste. In quegli anni l’Italia vive un fermento culturale internazionale nel quale l’impetuosa attività di Anselmino, amico e sodale di grandi artisti del suo tempo, da Man Ray ad Andy Warhol, si inserisce perfettamente.
Elisabetta Benassi, Lady and Gentlemen. Oggetti che si fanno interpreti di un ampio intreccio di riferimenti storici e culturali
In mostra una serie di oggetti, alcuni dei quali prelevati dalla realtà, altri ricreati sulla base dei ritrovamenti di archivio. Tutti interpretati come fulcri di un più ampio intreccio di riferimenti storici e culturali. Attraverso di essi Benassi, con stile asciutto, fa riferimento alla figura di Anselmino, agli straordinari incontri artistici da lui innescati nel brevissimo arco della sua attività, alla sua morte prematura e repentina.
Ogni oggetto si presenta, infatti, come vero e proprio concentrato di senso capace di condensare l’esperienza artistica di questa emblematica figura. Al tempo stesso funge da veicolo di contenuti che è importante non solo generare, ma poter collegare tra loro. Allude all’idea di lascito, di trasmissione dell’esperienza e di valore da conservare; da sottrarre al deterioramento per assicurarne un possibile futuro utilizzo.