In occasione della XVI edizione di Milano Photofestival, la galleria Manifiesto Blanco ospita Milano Shakerata di Pierrick Gaumé.
Il progetto fotografico site-specific, dedicato al capoluogo lombardo, si basa sul concetto di automorfosi, che deriva dalla fusione del termine greco antico Autós, cioè se stesso, con il termine Mórphôsis, cioè prendere forma.
Milano Shakerata, una rappresentazione insolita dello spazio urbano visto attraverso l’obiettivo di Pierrick Gaumé
Una serie fotografica, Milano Shakerata che può essere interpretata a più livelli. A primo impatto gli scatti ricordano, infatti, le architetture di Milano riflesse nelle automobili e deformate dalle superfici delle carrozzerie. Tuttavia ad uno sguardo più attento, gli scatti di Pierrick Gaumé svelano anche riflessi con caratteristiche irregolari; vari piani, volumi curvilinei e aerodinamici che suggeriscono una rappresentazione insolita dello spazio che li circonda.
Piani e linee che inevitabilmente definiscono, se non ridefiniscono, visioni invertite e distorte dello spazio urbano. Elementi architettonici contorti e frammentati da linee strutturali che, a volte, generano un’esplosione di forme. Numerose sfaccettature sempre più evidenti man mano che ci si lascia coinvolgere dalla suggestione della serie Milano Shakerata. Dalle immagini emergono luci e blocchi di colore, sparsi o ordinati su vari livelli, a volte con un punto focale che si alza e che sembra ardere come un’esplosione.
Nella serie esposta fino al 30 ottobre 2021, ogni immagine fotografica di Pierrick Gaumé suscita una percezione dinamica della compenetrazione tra i volumi degli oggetti e il loro ambiente fisico. Un rimando che strizza l’occhio alle opere del movimento cubista nella sua fase analitica, ma anche ad alcune del Futurismo italiano. Gli elementi della realtà urbana appaiono articolati o slegati, ora decostruiti o remixati da oggetti-specchio deformanti in una visione “surreale” puramente visiva.
Un fenomeno ottico che consente all’artista di catturare la realtà della trasformazione in forme, luci e colori che offrono la nuova visione di uno spazio urbano graficamente ricomposto. Prive di qualsiasi genere di fotoritocco, le automorfosi di Gaumé non derivano da una ricostruzione mentale o intellettualizzata della realtà, ma sono reali quanto lo è la realtà.