L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici presenta la mostra Come un cane ballerino che rende omaggio al lavoro svolto per quasi 30 anni dall’artista ed ex borsista di Villa Medici Natacha Lesueur.
Curata da Christian Bernard, la mostra si sviluppa in forma di narrazione visiva e tematica che riunisce più di 80 opere dell’artista, sia storiche che inedite, offrendo uno sguardo intimo sul suo lavoro intorno all’immagine e ai suoi intenti plastici e politici.
Anche la dimensione ironica del titolo Come un cane ballerino, preso in prestito dal libro di Virginia Woolf Una stanza tutta per sé, esprime a pieno la sua consapevolezza di donna artista e dà il tono di un’esposizione dove l’incongruo e lo stravagante sono trattati con la massima serietà.
Come un cane ballerino, Natacha Lesueur. Una genealogia femminile personale e culturale dell’artista
L’opera di Natacha Lesueur è essenzialmente fotografica. I suoi interessi artistici si articolano intorno al corpo, all’apparenza, all’aspetto e all’intima relazione tra il corpo e la sua interiorità. Attraverso una serie di immagini costruite come quadri, il corpo è sottoposto a diversi trattamenti che rilevano al tempo stesso la costrizione, la messa in scena e la maschera.
Come un cane ballerino oltrepassa inoltre i confini del mezzo fotografico per esplorare altri aspetti della produzione artistica di Natacha Lesueur. Sculture-fontane in ceramica, vasi in terracotta, disegni e opere video scandiscono la mostra, in dialogo con le serie fotografiche, come un modo di interroger l’esperienza dell’immagine e la fissità delle forme.
Le rappresentazioni del femminile abitano la mostra, spesso inquietanti, sempre ambigue. Attraverso interventi sui marcatori d’identità distintivi, buste di capelli e abbigliamento, veicoli e simboli delle mascherate della femminilità, attraverso l’esplorazione di ruoli attribuiti e modelli normativi – sposa, madre, principessa, attrice, ballerina, ecc. – attraverso la sovversione delle imposizioni alla bellezza, alla giovinezza o alla magrezza, Natacha Lesueur cerca di rivelare, non senza umorismo, le manifestazioni dell’espressione di una costrizione sociale e culturale. Acconciature soffocanti, capelli accessoriati, make-up XXL e posticce di cibo sono tutti enigmi ricorrenti nei quadri-narrativi esposti a Villa Medici.
Figure enigmatiche di fate e spose o familiari ritratti femminili che si espongono allo sguardo e allo stesso tempo lo eludono: la mostra offre una genealogia femminile personale e culturale dell’artista, “un lavoro multiplo, che si sviluppa in un percorso scandito dai suoi singolari usi dello strano e dell’ambiguo”, per riprendere le parole del curatore Christian Bernard.