Le opere di Leonardo da Vinci sono molteplici. L’artista è stato un genio del rinascimento italiano, artista, inventore e scienziato, ha lasciato in eredità una ventina di dipinti, tra cui La Gioconda, e ha contribuito con le sue invenzioni al progresso dell’intera umanità. Tra i disegni e le invenzioni di Leonardo da Vinci, si trovano sommergibili, aeroplani, automobili, carri armati, ma anche ventilatori, viti, chitarre, gru e calcolatrici, paracadute e salvagente: oggetti e intuizioni che indagano ogni aspetto della vita. Grazie ai suoi studi e alle sue visioni, è considerato il primo ingegnere meccanico della storia. Esplorò anche approfonditamente il corpo umano, macchina dalla quale era affascinato e che reputava ben più perfetta di quelle create dall’uomo. Voleva capirne il funzionamento, la composizione e le dinamiche legate alla morte. I suoi studi e suoi disegni delle dissezioni anatomiche sono state di grande aiuto per lo sviluppo della medicina e la conoscenza del corpo umano. Ma quali sono le opere di Opere di Leonardo Da Vinci? Ecco una selezione delle sue opere più famose, tra dipinti, disegni e invenzioni.
Opere di Leonardo da Vinci al Louvre
La Gioconda di Leonardo da Vinci
La Gioconda è un opera realizzata nel 1503, conosciuta da tutti anche come Monna Lisa è uno dei quadri più famosi al mondo. Gli studiosi affermano, che il soggetto raffigurato sia Lisa Gherardini, nobildonna aristocratica di Firenze e moglie di Francesco del Giocondo, da qui l’appellativo “Gioconda”. Monna Lisa, rappresenta invece il diminutivo di “Madonna” termine utilizzato all’epoca per omaggiare le nobildonne. La Monna Lisa colpisce per il suo sorriso impercettibile e per il suo sguardo ironico, e proprio da questi tratti è scaturita l’immaginazione di storici e critici di varie epoche che attribuiscono all’opera vari significati, tra cui la versione che il dipinto raffiguri Leonardo vestito da donna. Le leggende ed i falsi miti sul dipinto sono numerosi, anche sulla sua collocazione in Francia e non Italia, esistono tante teorie, tutte false e smentite. Il dipinto è infatti conservato dal 1797 nel Museo del Louvre di Parigi e fu proprio lo stesso Leonardo a portarlo in Francia nel 1516. Pochi mesi dopo, il quadro fu venduto, sempre da Leonardo, all’allora re di Francia Francesco I, che l’acquistò per circa quattromila ducati d’oro. Nei secoli successivi, la Monna Lisa fece parte delle collezioni dei reali francesi, con Luigi IV che la portò nella reggia di Versailles, per poi essere trovare “riposo” al Louvre dopo la Rivoluzione Francese.
L’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci a Venezia
Disegno realizzato da Leonardo a penna e inchiostro su carta, conservato, ma non esposto, nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Il disegno è la rappresentazione grafica delle proporzioni del corpo umano descritte nel trattato De architectura di Vitruvio, architetto e scrittore romano, vissuto nella seconda metà del I secolo a.C., e considerato il più famoso teorico dell’architettura di tutti i tempi. Leonardo studia l’opera di Vitruvio per arrivare a disegnare l’immagine di un uomo perfettamente inserito dentro un cerchio e un quadrato, da cui il disegno prende poi il nome stesso. L’ Uomo Vitruviano, descrive le proporzioni del corpo umano in forma geometrica, ma a spiegarne il significato ci sono due testi esplicativi scritti da Leonardo stesso, nella parte superiore ed a piè di pagina, ispirati ad un passo di Vitruvio.
“Vetruvio architetto mette nella sua opera d’architettura che lle misure dell’homo sono della natura disstribuite in quessto modo. Cioè, che 4 diti fa un palmo e 4 palmi fa un piè; 6 palmi fa un cubito, 4 cubiti fa un homo, e 4 cubiti fa un passo, e 24 palmi fa un homo; e cqueste misura son ne’ sua edifizi. Se ttu apri tanto le gambe che ttu chali da chapo 1/14 di tua alteza, e apri e alza tanto li bracci che colli lunghi diti tu tochi la linia della sommità del chapo, sappi che ’l cientro delle stremita delle aperte membra fia il bellicho. E llo spatio che ssi truova infra lle gambe fia triangolo equilatero”.
L’Autoritratto di Leonardo Da Vinci è un disegno a sanguigna su carta realizzato nel 1515 circa e conservato nella Biblioteca Reale di Torino, all’interno dei Musei Reali. L’opera mostra il volto di un uomo dai lunghi capelli e barba, calvo alla sommità della testa. Lo sguardo accigliato è rivolto a destra, con un’espressione seria e leggermente imbronciata. I segni del tempo sono ben evidenti, con solchi lungo la fronte, attorno agli occhi e ai lati della bocca lungo le guance. Si pensa che Leonardo abbia realizzato l’opera negli ultimi anni della sua vita, passati nella corte di Francesco I di Francia, a servizio di quest’ultimo.
Dama con L’ermellino a Cracovia
Dama con l’ermellino è un’ altra opera di Leonardo conservata fuori dall’Italia e la cui collocazione fuori dai confini nazionali ha sollevato numerose polemiche, soprattutto per l’esigua vendita che ha interessato il dipinto, sottostimata secondo molti storici ed esperti. L’opera di cui non si conoscono i motivi della realizzazione, ritrae Cecilia Gallerani amante di Ludovico il Moro, reggente del Ducato di Milano, che commissionò a Leonardo numero opere. Nel dipinto vediamo la dama tenere in braccio un ermellino, la scelta dell’animale non è casuale, ma dovuta al suo significato simbolico. Nel Medioevo si credeva infatti, che rappresentasse la purezza e l’incorruttibilità e si era soliti credere che l’animale preferisse morire, facendosi prendere dai cacciatori, piuttosto che sporcare la sua pregiata pelliccia per ripararsi nella tana.
La testa di fanciulla a Parma
Conosciuta anche come La Scapigliata è un dipinto a terra ombra, ambra inverdita e biacca su tavola, conservato nella Galleria nazionale di Parma. Si pensa che si tratti di un’opera incompiuta e per molto tempo si è anche discusso sulla paternità stessa dell’opera. Databile intorno al 1508, ritrae una testa femminile con il volto rivolto verso il basso e i capelli scompigliati, i lineamenti sono dolcissimi, le palpebre socchiuse, il naso leggermente pronunciato, le labbra morbide serrate che accennano a un lieve sorriso. Molti studiosi pensano che l’opera sia frutto degli studi di Leonardo e che il volto femminile sia stato riproposto in altre dipinti dell’artista come La Vergine delle Rocce.
Opere di Leonardo Da Vinci a Milano
Il Cenacolo
Il Cenacolo è noto anche come l’Ultima Cena, è un dipinto a parete, che Leonardo Da Vinci , realizzò tra il 1494 e il 1498 su commissione di Ludovico il Moro, nel refettorio del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie, a Milano. L’opera è la più celebre rappresentazione dell’ultima cena di Gesù Cristo, come viene raffigurata dal Vangelo di Giovanni, nel quale Gesù, annuncia che verrà tradito da uno dei suoi apostoli. Anche qui non mancano le leggende e i vari significati attribuiti al dipinto, alcuni anche a carattere esoterico. Proprio la letteratura contemporanea ha contribuito alla nascita di una teoria che vedrebbe raffigurata alla destra di Gesù, Maria Maddalena, compagna di Gesù. Probabilmente il motivo di tante teorie è dovuto anche al fatto che l’opera, realizzata da Leonardo con una tecnica sperimentale, sta scomparendo per la presenza di un livello di umidità altissimo nell’ambiente in cui si trova incompatibile con la tecnica utilizzata. Nonostante i numerosi tentativi di restauro, l’ultimo durato quasi 20 anni e realizzati con le tecniche di recupero più innovative, l’opera non si trova in ottime condizioni di conservazione.
Le chiuse di Leonardo Da Vinci
Le chiuse di Milano sono conosciute anche come Conche dei Navigli, furono realizzate per consentire la navigazione lungo i navigli. Le chiuse erano una sorta di “ascensore” che consentivano alle barche di navigare il canale, nonostante i dislivelli presenti. La loro apertura o chiusura consentiva l’innalzamento e/o l’abbassamento del livello dell’acqua nel tratto in cui erano presenti i dislivelli. Le conche o chiuse sono dette anche “Vinciane” grazie proprio agli studi di Leonardo, che contribuirono alla progettazione e realizzazione di chiuse più evolute, rispetto a quelle già presenti, segnando così un importante sviluppo per l’ingegneria idraulica. Leonardo modificò le chiuse, che si aprivano a saracinesca e che presupponeva la presenza e lo sforzo di molti uomini per il loro azionamento, introducendo l’apertura a cancello a due battenti. Grazie a uno gioco di forze aerauliche e all’invenzione delle cosiddette “valvole a farfalla”, per l’azionamento del sistema bastava un uomo solo, le valvole e le varie forse in equilibrio facevano il resto. Alcune chiuse di Leonardo sono ancora visibili nei navigli di Milano.
Il carro armato a Londra
Il carro armato fa parte delle macchine belliche progettate e costruite da Leonardo. Nonostante fosse un uomo contrario alla guerra e assolutamente pacifico, si dedicò alla progettazione bellica per entrare nelle grazie dei vari signori di Firenze e Milano, soprattutto di Ludovico il Moro, e potersi facilmente garantire un sostentamento economico. La macchina fù progettata nel 1485 e rappresenta un carro armato con quattro ruote a forma di testuggine, rinforzato con piastre metalliche, sormontato da una torretta interna di avvistamento e armato di cannoni disposti a 360°. Una macchina assolutamente innovativa per l’epoca. Oggi il progetto originale è conservato al British Museum e nello stesso foglio è visibile anche un’altra un altro strumento di guerra, il carro falciante. Il disegno è poco più di uno schizzo dal quale si può comunque dedurre che doveva muoversi attraverso delle manovelle che mettevano in movimento le ruote.
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