Fino al 6 marzo 2022 Napoli ospita un’inedita mostra dedicata a David LaChapelle, artista fotografo di fama internazionale. Curata da Vittoria Mainoldi e Mario Martin Pareja, l’esposizione raccoglie una collezione esclusiva di lavori studiati appositamente per la città partenopea. Un percorso attraverso i mirabolanti scatti dell’artista statunitense in costante dialogo tra il lavoro esposto e gli spazi del Maschio Angioino.
Curata da ONO arte e Contemporanéa, la mostra è un’installazione site specific che include opere mai esposte prima. Una produzione Next Exhibition, organizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Associazione Culturale Dreams, Alta Classe Lab, Fast Forward e Next Event.
Una rappresentazione acuta dell’umanità e del tempo in cui viviamo
La mostra David LaChapelle esplora la rappresentazione acuta che l’artista fa dell’umanità nel particolare tempo in cui viviamo. L’indagine offre spunti stimolanti e presenta lavori che contribuiscono a cementare il ruolo di LaChapelle tra gli artisti più influenti del mondo.
Le immagini di LaChapelle si distinguono per la propria capacità di relazionarsi e dialogare con le manifestazioni della civiltà occidentale. Consapevoli dell’artificio creativo le sue composizioni spaziano dal Rinascimento classico ai giorni nostri, attraverso uno stile in continua evoluzione I lavori del fotografo comunicano quindi le paure, le ossessioni e i desideri della nostra società contemporanea, sfuggenti sempre più ad una facile categorizzazione.
Quaranta lavori storici e una selezione di opere inedite per un viaggio nell’immaginario di David LaChapelle
Per l’occasione l’esposizione presenta un viaggio nei momenti salienti della sua produzione artistica attraverso quaranta pezzi realizzati tra il 1980 ed oggi. Lavori che sono affiancati da una selezione di opere inedite provenienti dall’archivio del fotografo, unite a capolavori iconici e diverse anteprime.
Da non perdere sono le opere seminali Deluge (2007), in cui LaChapelle immagina un diluvio biblico, ambientandolo a Las Vegas, chiaro rimando a Michelangelo. E ancora Rape of Africa (2009) che vede Naomi Campbell come Venere in una scena di ispirazione botticelliana ambientata nelle miniere d’oro africane. In mostra anche opere tratte dalle vivide e coinvolgenti serie Land SCAPE (2013) e Gas (2013). Progetti di natura morta in cui David LaChapelle assembla found objects per creare raffinerie di petrolio e stazioni di servizio, prima di presentarle come reliquie in una terra reclamata dalla natura.
Infine, in esclusiva per la Cappella Palatina, alcuni dei negativi fotografici dipinti a mano realizzati negli anni ’80 da LaChapelle. Si tratta di lavori realizzati mentre l’artista, adolescente, esplorava le idee della metafisica e della perdita, sullo sfondo della devastante epidemia di AIDS. Questi negativi fanno parte di una installazione site specific mai realizzata prima ed entreranno in dialogo con le opere più recenti di LaChapelle in cui il fotografo viene come catturato da un timore reverenziale per il sublime e dalla ricerca di spiritualità. Come si può vedere in Behold (2017), opera simbolo della mostra.