Tra i quadri più famosi della storia dell’arte vi è sicuramente Las Meninas, il dipinto realizzato da Diego Velázquez nel 1656 circa. Sebbene non sia certo un Van Gogh, la sua bellezza in realtà l’ha reso famoso sin dall’epoca per diventare poi, negli anni, sempre più noto ovunque. Basti pensare che furono diversi gli artisti che si ispirarono a lui sia all’epoca, sia in anni più recenti come Picasso che ne realizzò una sua personale versione cubista. Ma andiamo con ordine e cominciamo a vedere più nel dettaglio l’opera originale di Diego Velázquez.
Las Meninas
Las Meninas, secondo i critici d’arte è l’Opera, quella con la o maiuscola, di Diego Velázquez. L’artista spagnolo è noto oltre che per i suoi ritratti per essere stato per anni alla corte del Re di Spagna Filippo IV.
Las Meninas Diego Velázquez
Las Meninas di Diego Velázquez narra proprio di uno dei tanti momenti di corte. Nel momento della sua esecuzione il pittore era ormai noto per la famiglia reale tanto che lavorava con loro da oltre trent’anni. L’opera è ambientata in una sala reale esistita per davvero. Si tratta della sala Pieza Principal, sala principale che il re dette al pittore da utilizzare come studio. Lo stesso studio nel quale il sovrano amava entrare e sedersi sulla sua sedia per ammirare il maestro all’opera.
Dal suo secondo matrimonio il re Filippo ebbe Margherita, la primogenita, e successivamente arrivarono Felipe Prospero e poi Carlo II. Nell’opera sono tutti raffigurati qui, compre il re che, vista la sua ormai veneranda età era piuttosto restio a essere raffigurato. Fu così che Diego Velázquez lo rappresentò, insieme alla moglie Marianna d’Austria, con un gioco di riflessi nello specchio.
La cosa che forse rende davvero unico il dipinto è che non si riesce a capire chi sia davvero il soggetto principale dell’opera. La luce che illumina la piccola infante Margherita al centro farebbe pensare a lei, ma in realtà non vi è mai stato nulla di confermato.
La giovane è circondata dalle sue dame di corte. Si scorge così Doña Maria Augustina de Sarmiento e Doña Isabel de Velasco. Vicino a lei anche la sua nana di corte e il suo fidato mastino. L’importanza della giovane è data anche dalla posizione delle dame stesse che sono raffigurate alla sua altezza e accovacciate per non nascondere la figura della giovane. Il dubbio su chi sia il vero protagonista della foto viene semplicemente alzando anche solo di poco lo sguardo. Ecco così che si notano i due sovrani riflessi nello specchio. Sebbene sembrino posti in secondo piano, in realtà vi è un particolare gioco che crea il pittore. Sulla sinistra del quadro, infatti, vi è Diego Velázquez stesso posto davanti a un’enorme tela e intento a dipingere. Dato che il suo sguardo è rivolto idealmente verso lo spettatore ma, in realtà, al nostro posto vi sono proprio loro, i reali che si intravedono riflessi nello specchio.
La particolarità dell’opera è quindi questo gioco di illusioni e di scambio delle parti. Secondo alcune interpretazioni vi è perfino chi sostiene che lo specchio è in realtà uno specchio spia perché i due sovrani erano nascosti qui dietro ma l’arrivo di Josè Nieto sulle scale fa entrare la luce e li rende così visibili a tutti.
Furono in molto anche a rappresentarla in una loro particolare versione. Luca Giordano, per esempio, che la definì “la teologia della pittura” si ispirò ad essa per dipingere omaggio a Velázquez. In anni più recenti, invece, Felix Concha dipinse l’opera Las Meninas da una luce artificiale. Si tratta di una copia meticolosa che ha fatto da Iowa City, negli Stati Uniti. Dipinti a olio in 140 pannelli, i frammenti uniti ricostruiscono il dipinto a dimensioni reali.
Las Meninas Picasso
Tra i tanti che realizzarono delle riproduzioni dell’opera non poteva mancare anche Pablo Picasso. Nel 1954 Picasso replicò Las Meninas di Velázquez secondo il suo stile cubista. L’artista ne fu talmente ossessionato che pare che finì per realizzarne ben 58 versioni. Ovviamente l’opera viene completamente stravolta seguendo i canoni cubisti ma in realtà questo non rende così complicato riconoscerne la somiglianza. Alcuni dettagli però cambiano la lettura dell’opera. Picasso infatti rimase affascinato soprattutto dalla figura del pittore e dall’importanza dello stesso tanto che, sebbene la piccola Margherita rimane al centro dell’opera, la figura di Velázquez spicca per le sue notevoli dimensioni. L’altra grande differenza è che nella versione di Picasso, il colore sparisce completamente diventando un’opera monocromatica.
L’opera fu la seconda più grande ma realizzata da Picasso, appena dopo la Guernica.