Other Size Gallery ospita fino al 16 settembre 2022 la mostra Ziqian Liu. Inner Eye, a cura di Claudio Composti. La personale, realizzata in collaborazione con Paola Sosio Contemporary Art, raccoglie una serie di dieci autoritratti di medie e grandi dimensioni; realizzati a partire dal 2020.
Cinese, classe 1990, Ziqian accosta il proprio corpo a elementi naturali come fiori o frutta. Il risultato sono delle composizioni che esprimono, grazie al sapiente uso delle forme e dei colori, un senso di equilibrio e pacata contemplazione.
Se da un lato infatti l’armonia raggiunta dalle scene dell’artista allude all’auspicio di un equilibrio tra l’essere umano e il mondo che lo circonda; dall’altro il lavoro della fotografa è fortemente introspettivo e intimo.
Ziqian Liu. Inner Eye, scatti che ritraggono un momento privato a cui lo spettatore non ha mai completamente accesso
Protagonista dell’esposizione è l’autoritratto che per l’artista cinese è un modo per parlare a se stessa. Il processo di costruzione dell’immagine – la composizione degli oggetti, il proprio posizionamento all’interno della fotografia – viene svolto in completa solitudine, in piena libertà e con tempi lenti, proprio così come lungo e lento è il processo di conoscenza di sé.
“Scelgo l’autoritratto – racconta Ziqian Liu – perché nella vita di tutti i giorni abbiamo molto tempo per comunicare con gli altri, ma penso che sia necessario dedicare del tempo anche a se stessi. Penso che a volte la solitudine sia anche divertente. Adoro i momenti in cui riesco a sentirmi respirare”.
Per questo, nel guardare i suoi scatti, l’osservatore ha la sensazione di leggere le pagine di un diario personale e di assistere a un momento privato a cui però non ha completo accesso. Paradossalmente infatti il volto di Ziqian Liu viene sempre negato o svelato a piccoli tratti. Un invito chi guarda a immaginarlo o a sostituirlo con il proprio, in un gioco di rimandi tra il sé e l’altro.
L’esito finale di tale processo creativo evoca una figura femminile, e un mondo intorno a lei, armoniosa e quieta, frutto in realtà di un lavoro meticoloso di totale controllo di sé e di tutti gli elementi in gioco.
“Durante gli shooting – spiega l’autrice – effettuo aggiustamenti continui degli oggetti di scena e della posizione del mio corpo, fino a quando non sono soddisfatta del risultato. Premo l’otturatore dozzine di volte su ogni immagine per scegliere quella che mi piace di più. Talvolta quindi non si tratta solo di un lavoro creativo, ma anche di un esercizio di forza fisica e resistenza”. Nelle sue immagini non ci sono significativi processi di post-produzione, poiché la composizione deve essere perfetta nel momento dello scatto.