La Galleria Area\B presenta a Milano la mostra Millennium Gardens. Irene Balia e Loredana Galante. Due artiste dallo sguardo disincantato sulle relazioni, amorevolmente ironico e a volte feroce.
Dal 5 maggio 2023 una doppia personale, curata da Alessandra Redaelli, che mette in dialogo due autrici la cui produzione è accomunata da trame e sovrapposizioni. Da una parte i ricami e le stratificazioni di tessuto su cui opera Loredana Galante; dall’altra l’affastellarsi di intrecci pittorici e piani narrativi delle tele – diverse delle quali inedite – di Irene Balia.
Millennium Gardens, con la sua molteplicità di linguaggi, richiama la varietà di un giardino in cui ogni metaforico fiore o frutto rappresenta i temi e i sentimenti che accomunano gli “abitanti” del nuovo millennio. Le loro paure, gioie, aspirazioni, desideri e rimpianti, “ma – precisa la curatrice Alessandra Redaelli – è una mostra che richiede anche di lasciarsi andare alle sue ricche suggestioni e che spinge il fruitore a rintracciare i propri significati”.
Millennium Gardens. Irene Balia e Loredana Galante, ricami, stratificazioni e intrecci pittorici
Irene Balia, artista sarda classe ‘85, con le sue atmosfere enfatizzate da colori pieni e pastosi è in grado di comunicare un senso di inquietudine non sempre immediato. I protagonisti dei suoi dipinti appaiono enigmatici, indecifrabili, ambigui, talvolta mascherati o con gli occhi chiusi. I dettagli e ciò che sta in secondo piano sono fondamentali per la lettura dei suoi lavori: finestre spalancate su panorami deserti, tempeste e naufragi dentro un bicchiere, cieli tempestosi, cuori sepolti sotto la sabbia. Le sue tele si pongono in bilico tra il ricordo e rimpianto.
Loredana Galante, artista genovese la cui produzione spazia dal disegno all’arte performativa, è presente con i suoi ricami –le tende delicatamente ornate e i preziosi intarsi– dai tratti sottili e i colori tenui. Il suo è un racconto sussurrato il cui sottotesto è però intenso, declinato su materiali e oggetti che testimoniano una quotidianità quasi remota, un senso di casa vagamente retrò.