L’artista giapponese Shimabuku approda per la prima volta in Italia al Museion di Bolzano. La mostra, più ampia mai allestita in Europa fino a oggi, accoglie i visitatori nelle sale del museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano dal 5 maggio al 3 settembre 2023.
Shimabuku, ricordi fotografici, filmici e scultorei che nascono da momenti di stupore
L’arte crossmediale di Shimabuku propone un approccio leggero, curioso e umoristico all’esperienza del mondo. I suoi lavori nascono da momenti privati di stupore, come un’idea, un incontro desiderato o una poesia. Attraverso la sua interazione con il mondo circostante, questa intimità diventa pubblica nel momento in cui l’artista mette in scena i suoi pensieri.
Essenzialmente, i suoi ricordi fotografici, filmici e scultorei di questi incontri rappresentano delle dichiarazioni pubbliche nello spazio espositivo. Shimabuku riesce quindi a mostrare con efficacia le affinità tra animali, paesaggi, storie, idee e persone, rivelando al tempo stesso attimi inattesi e fuggevoli di condivisione e rispecchiamento.
Shimabuku.Me, We. Opere storiche e lavori inediti per esplorare le interazioni tra dentro e fuori
La mostra, intitolata Shimabuku. Me, We, trae ispirazione da una frase del celebre pugile e attivista Muhammad Ali, spesso considerata la più breve poesia del mondo e descrizione perfetta di una relazione.
In mostra una serie di lavori che vanno dai primi anni Novanta fino a oggi; ma anche con opere prodotte appositamente per questo spazio. In mostra saranno presenti un “flusso di episodi” retrospettivo, senza cronologia lineare, e una combinazione tematica tra produzioni nuove e non. Questa selezione ha come obbiettivo l’abbinamento tra entità diverse, come oggetti, animali, frutti, storie e geografie globali. La visione estetica di Shimabuku appanna i confini tra questi soggetti, creando un senso di reciproca esaltazione. Nel suo regno non esiste polarità tra dentro e fuori; l’artista cerca invece di esplorare le interazioni tra queste due dimensioni.
Uno degli elementi più importanti della mostra è Me, We (2023), una grande installazione scultorea prodotta in collaborazione con la Fondazione Antonio Dalle Nogare di Bolzano e l’Ex-Montecatini (ex-Solland Silicon) di Merano, creata con i materiali da costruzione ricavati dal Mauracherhof e dall’Ex-Montecatini (ex-Solland Silicon). In questa installazione l’artista unisce due edifici dal background culturale molto diverso, entrambi attualmente in corso di demolizione o ristrutturazione. Il Mauracherhof fu costruito nel 1278, mentre l’Ex-Montecatini (ex-Solland Silicon) risale agli anni Venti del Novecento, periodo dell’italianizzazione della regione. Come in Me, We (2023) l’artista attribuisce a storie diverse un significato comune e un’esistenza futura in qualità di opere d’arte. Un’altra nuova opera che esposta in mostra è Bed Peace (2023), una scultura composta da un letto con due figure distese vicine e realizzata con la terra di diverse valli dell’Alto Adige.
Inoltre, per questa mostra l’artista ha prodotto in esclusiva, insieme a Mutina, una speciale edizione artistica che fa parte del progetto Mutina for Art; progetto organizzato dalla celebre azienda specializzata in esclusive ceramiche di design per sostenere gli artisti contemporanei. La mostra è anche un risultato diretto del premio This is Not a Prize promosso da Mutina e vinto da Shimabuku nel 2019, grazie alle caratteristiche uniche del suo linguaggio artistico e alla sua sfaccettata e generosa immaginazione. Da allora Mutina, in qualità di sponsor principale, ha costruito con Museion un rapporto fruttuoso per sostenere Shimabuku e la sua mostra.