Il Palazzo delle Esposizioni rende omaggio al pittore Dieter Kopp con una mostra che ne ripercorre gli oltre cinquanta anni di attività. Curata da uno dei maggior filosofi del nostro tempo, Giorgio Agamben, la mostra DIETER KOPP. Tradizione e libertà è in programma dal 10 maggio al 30 luglio 2023.
Promossa dall’ Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo, prodotta e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo, l’esposizione si avvale di un prestigioso comitato scientifico composto da Giorgio Agamben, Jean Clair, Monica Ferrando, Luisa Laureati Briganti, Gabriella Pace, Bill Sherman.
Dieter Kopp: una pittura in “adsenza” uno stato di sospensione, a metà strada tra assenza e presenza
Tedesco di nascita, Kopp (Prien am Chiemsee, Baviera 1939 – Ardea 2022) si trasferisce a Roma nel 1966, legandosi profondamente alla sua città d’elezione, al punto che Agamben, tra i pittori che ha conosciuto, lui solo considera veramente romano.
Per definire la pittura di Dieter Kopp, Jean Clair conia il neologismo “adsenza”, evocando uno stato di sospensione, a metà strada tra assenza e presenza. Una pittura che Giorgio Agamben, amico dell’artista sin dagli anni del suo arrivo a Roma, vede riposta in un gesto allo stesso tempo perentorio e sfumato.
La mostra allestita al primo piano del Palazzo delle Esposizioni presenta una selezione di circa cinquanta opere. Olii, in prevalenza, su tela o su tavola, ma anche disegni realizzati con tecniche diverse soprattutto pastelli; lavori attraverso i quali ripercorrere tutti i principali soggetti che l’artista ha esplorato con la sua pittura. Lungo il percorso espositivo si possono ammirare i paesaggi di Paros (anni Settanta); le nature morte (Grandi cipolle, 1975-1976); Villa Balestra e altre vedute di Roma realizzate nell’arco di periodi diversi (da Villa Balestra, 1984 a Lungotevere e San Carlo al Corso, 1998 ca. e Pantheon, 2007); gli interni (Riflessi, 1977, Cortile al mattino, 1980-1981); Notre- Dame (1983-1984); i nudi (dipinti di grandi dimensioni, disegni e acquarelli degli anni Settanta e Ottanta) e la ciotola di ceramica unica presenza sul piano quadrettato della tovaglia (anni Novanta e Duemila).