Chagall. Il colore dei sogni dal 30 settembre al Centro Culturale Candiani

La mostra Chagall. Il colore dei sogni, proposta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia ed a cura di Elisabetta Barisoni, aprirà il prossimo 30 settembre e si potrà ammirare, nelle sale espositive del secondo piano del Candiani, sino al 13 febbraio 2024. Partendo dal Rabbino n. 2 o Rabbino di Vitebsk, 1914 – 1922, capolavoro conservato nelle raccolte di Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna e acquisito dal Comune di Venezia alla Biennale del 1928, la mostra intende indagare il portato rivoluzionario dell’arte di Chagall come pittura del sogno e come trionfo della fantasia creatrice.

L’esposizione è concepita con i capolavori conservati a Ca’ Pesaro, cui sono affiancati in ciascuna sezione importanti e puntuali opere di Chagall provenienti da prestigiose collezioni internazionali. Grazie ai prestiti dell’Albertina di Vienna, del Musée National Marc Chagall di Nizza, del Museum of Fine Arts di Budapest e dell’Israel Museum di Gerusalemme, Chagall diventa un filo rosso che unisce opere ed artisti che hanno sentito la propria produzione in termini simili ai suoi, o che da lui hanno preso spunto per sviluppare la propria arte nelle più diverse direzioni.

Il viaggio fantastico di Chagall si svolge attraverso l’arte del ‘900 e si articola in 6 sezioni che prendono avvio da Il sogno simbolista, con la poesia onirica di Odilon Redon, Cesare Laurenti e Adolfo Wildt. La seconda sezione della mostra si intitola È soltanto mio / il paese che è nell’anima mia ed è tutta dedicata a Marc Chagallcon Il Rabbino di Ca’ Pesaro per la prima volta affiancato a Vitebsk. Scena di villaggio della collezione Batliner presso l’Albertina di Vienna.

Artisti in esilio affronta invece il tema dell’emigrazione verso gli Stati Uniti da parte di numerosi autori obbligati a lasciare l’Europa durante gli anni Trenta. La contiguità del “Rabbino” di Ca’ Pesaro con le emergenze cubiste e costruttiviste è messa a confronto con le sculture di Ossip Zadkinefino ad arrivare al Surrealismo di Max Ernst che guardò a Chagall come punto di partenza imprescindibile della propria arte.La quarta sezione si concentra sui temi cari a Chagall, l’amore e il colore. Il colore dei sogni affianca le ricerche del Maestro russo a quelle dell’espressionismo europeo, ben rappresentate dalle accese cromie di Emil Nolde .

Un’ampia sezione della mostra è poi dedicata alle opere religiose ed in particolare alle illustrazioni di Marc Chagall per la Bibbia commissionategli da Ambroise Vollard. Saranno esposte le incisioni donate dall’artista al Musée National Chagall di Nizza nel 1972, affiancate dalle preziose lastre originali con cui le grafiche sono state realizzate.
Il tema biblico e della Crocifissione parte da Chagall e si sviluppa verso esiti simbolisti o primitivisti che emergono nelle straordinarie opere delle collezioni di Ca’ Pesaro esposte in mostra. Il tema del sacro, così importante nella produzione di Chagall, accomuna autori internazionali provenienti da tradizioni pittoriche molto distanti. Vicini per la riflessione su Cristo, la Croce e il portato spirituale dell’esistenza sono i capolavori, restaurati per l’occasione e finalmente messi a disposizione del pubblico, del francese Georges Rouault del belga Frank Brangwyn, dello svedese Veikko Aaltona e dell’ungherese István Csók, a ulteriore testimonianza della peculiarità delle raccolte che il Comune di Venezia ha creato per la Galleria d’Arte Moderna comprando, fin dalle prime Biennali, opere di autori internazionali esposti ai Giardini.

La mostra chiude con una sesta sezione tutta all’insegna della fantasia, illogica, istintiva e gioiosa, del messaggio che ci ha lasciato Chagall. Il colore delle favole prende avvio dal progetto grafico sulle Favole di La Fontaine realizzato da Chagall negli anni Venti del secolo scorso, e si colora delle visioni fantastiche di George Grosz e delle riflessioni, tra favole e mito, di Félicien Rops, Frank Barwig e Mario De Maria. L’utopia e la anti-modernità della lezione di Chagall, espresse in pittura e nelle opere grafiche, caratterizzano anche la seconda metà del secolo in prove di inedita atmosfera onirica, come nella scultura di Claudio Parmiggiani, nella pittura di Corrado Balest e di Carlo Hoellesch.