La prima novità di questa edizione de I Suoni delle Dolomiti non è il nome di questo o quell’artista, o di un progetto particolare. Sono delle parole, i tredici punti del Manifesto dei Suoni delle Dolomiti, che permettono di comprendere meglio cosa attende chi partecipa a questa esperienza unica e che si rinnova da 28 anni sotto le pareti delle Dolomiti trentine. Ascolta, Dolomiti, suoni, spazi aperti, silenzio, luce, terre alte, camminare, impegno, condivisione, rispetto, accessibilità e tradizione.
Altre parole, invece, ci spiegano cosa NON sono I Suoni delle Dolomiti. Non sono facili, perché lo spazio in cui sedersi per poi abbandonarsi all’incontro con la musica si conquista con la fatica del camminare, che diventa autentico moltiplicatore della soddisfazione e dell’appagamento di un’esperienza soprattutto estetica. Non sono riproducibili. Ogni anno idee e sonorità nuove percorrono sentieri e pareti, ogni anno si aggiungono scenari nuovi, ogni anno torna la voglia di sperimentare e mettersi in gioco anche nel dialogo tra artisti, pubblico e natura. E ad ogni edizione le persone scoprono la montagna come luogo di meraviglia e incontro, come esperienza da ricordare e, soprattutto, da vivere e condividere. Fin dal primo momento, camminando lungo i sentieri fianco a fianco dei musicisti per raggiungere le conche, i prati, le radure in quota, dove il suono degli strumenti dialogherà con il paesaggio circostante e la natura della montagna, giocando con gli echi o inseguendo un sussurro di vento, in un teatro naturale senza confini, condiviso da pubblico e artisti, aperto e intimo allo stesso tempo.
Il calendario di questa edizione propone 17 appuntamenti, dal 23 agosto al 1 ottobre, per scoprire insieme agli artisti protagonisti i differenti ambienti della montagna che si prepara all’autunno e dunque in grado di regalare colori e panorami come in pochi altri momenti dell’anno.
Mercoledì 23 agosto a Malga Tassulla in Val Nana, ai piedi del Monte Peller nelle Dolomiti di Brenta, il festival si apre con il concerto di Erlend Øye & La comitiva. Per Øye, rappresentante con i Kings of Convenience del New Acoustic Movement, ogni concerto è l’occasione per far dialogare le musiche nordiche e le sonorità mediterranee, sperimentando espressioni inedite, anche grazie a stili e strumenti musicali del sud Italia da cui è profondamente influenzato.
Due giorni dopo, il 25 agosto ai Laghi di Bombasel nel gruppo del Lagorai, il Festival celebra un grande ritorno, quello del trombettista Dave Douglas, che a distanza di vent’anni e con la stessa formazione festeggerà l’album Mountain Passages, una composizione di 13 brani ispirata proprio dallo spirito dei Suoni, dalla cultura rurale e ladina, che esattamente vent’anni fa esordì al Rifugio Boè e al Rifugio Brentei con un grande successo di pubblico e di critica. Si rimane nel genere jazz anche nel terzo concerto, il 28 agosto ai Prati Col in Val Canali, ai piedi delle Pale di San Martino, protagonista Tatiana Eva Marie, newyorkese, stella del jazz con la Avalon Jazz Band (Wallace Stelzer – contrabbasso, Dennis Pol – chitarra, Gabe Terracciano – violino), per un viaggio nella musica di Django Renhardt.
Nella cornice di malga Brenta Bassa in Val Brenta, il 30 agosto I Suoni delle Dolomiti ospitano un’artista di raro talento, pianista e cantante, e soprattutto una vera figlia d’arte, Frida Bollani Magoni.
La musica classica esordisce in questa edizione del Festival sul far del giorno, in occasione dell’Alba delle Dolomiti che ritorna nella sua cornice “storica” del Col Margherita, nelle Dolomiti di Fassa il 1 settembre. A salutare il levar del sole a 2500 m, Mario Brunello con il suo violoncello accompagnato dal Polish Cello Quartet che riunisce le anime di quattro violoncellisti di spicco della nuova generazione di musicisti. Si prosegue l’8 settembre in una delle nuove ambientazioni del Festival, Sagron Mis, ai piedi delle Pale di San Martino a delle Vette Feltrine, con il concerto di Le Petite Écurie, una formazione di cinque oboe che esegue musica su strumenti d’epoca barocca, spaziando anche nella musica contemporanea e tradizionale. Il 17 settembre la violinista Iva Bittova, poliedrica e carismatica artista, suonerà tra le torbiere di Passo Lavazè, mentre il 21 settembre al Rifugio Roda di Vaèl salirà lo storico Quartetto della Scala rifondato nel 2001 da quattro giovani prime parti dell’Orchestra del Teatro. Il giorno dopo, venerdì 22 settembre, a Malga Vallesinella bassa il concerto di Edgar Moreau, giovane ma già affermato violoncellista. Per il genere jazz, il 12 settembre sul Monte Agnello in località La porta arrivano i solisti dei celeberrimi Mnozil Brass, ora riuniti nel trio Wieder, Gansch&Paul, il cui repertorio affonda nelle diverse anime dei tre musicisti. È invece un omaggio ad uno dei più grandi compositori di musica per il cinema, Ennio Morricone, il concerto che Luciano Biondini e Rosario Giuliani propongono il 14 settembre in località Col Bel sul Buffaure, nelle Dolomiti di Fassa, dove le indimenticate melodie del Maestro riprenderanno nuova vita negli arrangiamenti e improvvisazioni dei due artisti jazz. Ed un secondo omaggio ad un altro grande del cantautorato italiano sarà proposto il 19 settembre a Villa Welsperg in Val Canali dal duo Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello con il progetto dedicato a Pino Daniele Il cielo è pieno di stelle.
Il Teatro Musicale sale in quota il 6 settembre per proporre a Malga Canvere sopra Bellamonte nel Gruppo Viezzena – Bocche “Polimero, un burattino di plastica”, una favola in musica scritta da Giobbe Covatta e per l’occasione interpretata da Gene Gnocchi, con musiche originali di Stefano Nanni che nell’occasione indosserà i panni di Direttore d’orchestra, la viola solista Danilo Rossi, gli archi e le percussioni dell’Orchestra Maderna. Una favola ecologista che rivisita in chiave attuale la fiaba di Pinocchio, per raccontare l’emergenza della plastica e l’inquinamento del pianeta.
Per la canzone d’autore, invece, è un grande ritorno ai Suoni il concerto di Jack Savoretti il 16 settembre a Malga Andalo, un’altra delle inedite ambientazioni di questa edizione, nelle Dolomiti di Brenta sopra Molveno.
Le Dolomiti di Fassa, faranno da palcoscenico per l’appuntamento più immersivo del festival, il Trekking dei Suoni, dal 22 al 24 settembre. Tre giornate intense, da vivere spalla a spalla con i musicisti, alternando la fatica della salita e il contatto con la natura, alla immobilità, i silenzi dell’alta quota e il rapimento nell’ascolto della musica grazie a tre artisti d’eccezione, Paolo Fresu, Daniele Di Bonaventura, Pierpaolo Vacca. Saranno accompagnati per l’occasione anche da Giulio Ferraro e Giosuè Mazzei, allievi del Conservatorio F. A. Bonporti di Trento che, sotto la guida di questi tre Maestri approfondiranno il rapporto musica – natura. E a conclusione del trekking, il concerto del 24 settembre al Rifugio Contrin, ai piedi della Marmolada, proporrà un dialogo in musica speciale, nel segno degli strumenti ad aria e di un lirismo dagli aromi mediterranei, nato dal duo Fresu e Di Bonaventura e affinato (con la presenza di Pierpaolo Vacca all’organetto) attraverso l’esperienza teatrale dello spettacolo “Tango Macondo”, prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano per la regia di Giorgio Gallione. Un concerto-sogno di grande effetto che vivrà di poesia, intimismo e di quelle piccole cose capaci di raccontare i colori dell’universo musicale contemporaneo.
È invece un viaggio – concerto ad alto potenziale comico quello che andrà in scena il 30 settembre, al rifugio Viviani – Pradalago sopra Madonna di Campiglio. Gli ingredienti ci sono tutti: prendiamo gli elementi di un’orchestra (quella dei fiati del Conservatorio F. A. Bonporti di Trento e Riva del Garda diretta dal Maestro Francesco Fontolan), un narratore che si lascia trasportare dalla fantasia, aggiungiamo i quattro improbabili solisti della Banda Osiris e immergiamoli tutti quanti, interpreti e pubblico, nella natura. E così la favola musicale “Pierino e il lupo” di Sergei Prokofiev sotto la lente deformante della Banda Osiris (Pierino! E il lupo?), diventa il pretesto per una scorribanda nel mondo della fantasia musicale dove le melodie di Prokofiev si intrecciano a quelle di altri famosi compositori (da Mozart a Bizet) e deragliano in generi differenti (dalle colonne sonore di Walt Disney ai Village People).
E non sarà da meno il concerto che chiuderà questa edizione de I Suoni delle Dolomiti, protagonista Carmen Consoli, autentica icona della scena italiana a cavallo tra fine anni ‘90 e nuovo Millennio, personaggio, sempre fresco e anticonvenzionale entrato subito nel cuore delle nuove generazioni. La cantautrice sarà al Camp Centener sopra Madonna di Campiglio il 1 ottobre, in una ambientazione probabilmente già autunnale e per questo ancor più suggestiva.