Cybersecurity in Italia: nuove minacce e sbarco del Made in Italy online

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Il mercato italiano della cybersecurity sta vivendo una fase di rapida crescita secondo le ricerche del Centro Studi Tim, con un tasso di sviluppo medio annuo con cui si prevede di chiudere a 2,5 miliardi di euro entro il 2025.

L’ottimismo dei dati, tuttavia, non fotografa l’aspetto del mercato italiano in questo ambito, o meglio, non gli rende giustizia. Difatti il settore è caratterizzato da una notevole frammentazione, con oltre 3000 aziende operanti nel campo, di cui metà di esse operano tra Lazio, Campania e Lombardia.

Si tratta di un mercato che attira grandi forze economiche e sociali e che, tra l’altro, è permeato anche negli ambienti scolastici ed universitari. In pratica, come riportano le infografiche di ExpressVPN sull’evoluzione della crittografia, la sempre maggior domanda di sistemi e reti informatiche richiede, necessariamente, maggiori cautele in termini di sicurezza informatica.

Chi sono le cyber aziende italiane?

In Italia, ad oggi, sempre secondo le stesse analisi, solo il 10-15% delle aziende specializzate in servizi cyber ha avuto successo nella crescita. La maggior parte del mercato è polarizzata tra grandi gruppi ICT e piccole realtà specializzate, con una “polverizzazione” maggiore rispetto ad altri Paesi europei. L’Italia, tuttavia, presenta 1,6 imprese di cybersecurity per miliardo di PIL, il doppio del Regno Unito.

Parallelamente gli studi evidenziano come gli attacchi informatici siano in aumento, con 1 impresa su 7 che ha subito danni tangibili nello scorso biennio, persino in ambito gaming. Inoltre, nonostante il mercato italiano della cybersecurity raggiunga 1,86 miliardi di euro nel 2022 (con un aumento del 18%, il rapporto spesa/PIL è dello 0,10%,), rimane ben lontano dagli standard del G7.

La cybersecurity, dunque, rimane una delle principali priorità in Italia, con il 67% delle imprese che rileva un aumento di tentativi di attacco e il 61% che aumenta il budget per la sicurezza informatica.

Gli attacchi cyber in Italia e la ricerca di soluzioni

Il centro Studi Tim, a tale proposito, nel suo white paper ‘Cybersecurity Made in Italy’, sottolinea la necessità di adottare tecnologie certificate, nonché gestite internamente al perimetro nazionale, per promuovere una cultura nuova.

Il rapporto rivela anche che nel 2022 gli attacchi cyber in Italia hanno registrato un aumento record del 169% rispetto al 2021, costituendo il 7,6% del totale globale.

Secondo l’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano, invece, il mercato italiano della cybersecurity ha registrato tassi di crescita del 15% e 18%, rispettivamente nel 2021 e 2022.

Di recente è stata lanciata l’iniziativa “Cybersecurity Made in Italy Challenge” per sviluppare soluzioni innovative contro i rischi informatici. Il progetto nasce dagli obiettivi del programma di Open Innovation Tim Growth Platform e coinvolge oltre 50 aziende, offrendo ai vincitori una partnership per accedere al mercato della cybersecurity.

Grazie a questa iniziativa è stato rilevato che il 53% delle imprese ha un Chief Information Security Officer formalizzato, mentre l’80% ha piani di formazione strutturati sui rischi di attacco. Infine solo un terzo delle imprese analizzate dispone di metodologie di quantificazione finanziaria del rischio cyber.

Rischi e applicazioni pratiche

La gestione del rischio cyber in Italia vede il coinvolgimento del 49% delle organizzazioni in un processo integrato di risk management aziendale, ma solo il 32% utilizza metodologie di quantificazione finanziaria del rischio. È evidente La necessità di una strategia strutturata a lungo termine per affrontare le sfide in continuo aumento.

La crittografia, per l’appunto, svolge un ruolo fondamentale proprio nel rafforzare la sicurezza e garantire comunicazioni sicure, specialmente in settori dove lo scambio di dati riservati è essenziale.

Nel contesto delle transazioni online, infatti, questa è essenziale per proteggere i dati finanziari durante il trasferimento attraverso la rete. Allo stesso modo, viene impiegata nei protocolli di autenticazione e controllo degli accessi, nonché per la protezione delle password.

Anche le tecnologie blockchain, che si basano fortemente sulla crittografia, trovano applicazioni in vari settori e assicurano l’integrità e la sicurezza delle transazioni e dei dati registrati.

Questo significa che l’intero sistema-collettività sta virando verso la deposizione di un’impressionante quantità di informazioni e dati in rete; la diretta conseguenza è l’aumento esponenziale delle opportunità di rischio, ragion per cui istituzioni e rappresentanti di settore sono sempre più motivati a investire in formazione, divulgazione e miglioramento della consapevolezza dei rischi correlati alla rete.

Redazione
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