La Sala Santa Petronilla della Pinacoteca Capitolina ospita fino al 25 febbraio 2024 un capolavoro di Francisco Goya. Il Parasole (1777), opera giovanile del maestro spagnolo, torna infatti a Roma a distanza di 23 anni dalla sua prima e unica “trasferta italiana”.
Il progetto espositivo, dal titolo Goya e Caravaggio: verità e ribellione, si inserisce nella politica culturale di scambi promossa già da tempo dalla Sovrintendenza. Grazie ad un accordo con il Museo Nazionale del Prado, il dipinto di Goya arriva Musei Capitolini, come controprestito dell’Anima beata di Guido Reni, concessa all’istituzione spagnola in occasione della mostra Guido Reni (Museo Nazionale del Prado, 28 marzo – 9 luglio 2023).
Goya e Caravaggio: verità e ribellione
Il parasole (El quitasol, 1777) di Goya trova posto all’interno della Sala Santa Petronilla accanto a La Buona Ventura (1597) di Caravaggio. Un confronto che offre ai visitatori un tema di riflessione sui due grandi artisti. L’intento è quello di accostare due magistrali interpreti della società del proprio tempo che seppero raccontare introducendo, nella loro pittura, rivoluzionarie novità iconografiche e stilistiche.
Molte le similitudini a partire dai protagonisti delle scene: un uomo e una donna in entrambe le tele. Tutte e due rappresentano la “verità” di scena di vita quotidiana della società contemporanea e, infine, entrambe rivelano mostrano già in nuce quei sintomi di “ribellione” per i dogmi iconografici e stilistici alle quali si attenevano le convezioni accademiche del loro tempo.
Si tratta di due opere molto distanti sia negli anni che nello stile, con circa 180 anni di differenza tra i due maestri , ma che sono state ognuna per il proprio periodo fautrici del passaggio ad una nuova epoca. Caravaggio è unanimamente considerato il primo pittore moderno, Goya fu invece il primo dei “romantici” e colui che aprì la strada verso l’arte contemporanea.