Fino al 7 settembre 2025 nella loro sede Torinese le Gallerie d’Italia ospitano la mostra Olivo Barbieri. Spazi Altri a cura di Corrado Benigni; con il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino.
Un progetto espositivo che rende omaggio a uno dei fotografi più innovativi e originali del panorama internazionale. Autore di immagini che oscillano tra vero e rappresentazione del vero; tra mondo immaginato e mondo riprodotto.
Con oltre 130 opere – trittici di grandi dimensioni, polittici e due grandi quadrerie -, l’esposizione è un nuovo capitolo del progetto “La Grande Fotografia Italiana” a cura di Roberto Koch; con cui la Banca celebra dal 2022 i grandi maestri della fotografia del Novecento del nostro Paese.

Una fotografia quella di Olivo Barbieri capace di trasformare l’immagine della realtà in un modello, il reale nell’avatar di se stesso
Olivo Barbieri. Spazi Altri propone per la prima volta una sintesi organica della ricerca che Olivo Barbieri ha dedicato alla Cina in oltre trent’anni, con molte fotografie inedite.
È il 1989 quando Barbieri compie il suo primo viaggio in Cina, casualmente proprio durante i fatti di Piazza Tienanmen. Da allora ha inizio un approfondimento che fino al 2019 conduce regolarmente l’artista sul territorio della Repubblica Popolare Cinese, della cui trasformazione intuisce fin dagli esordi la portata sociale, economica e culturale, una transizione che interessa tutta l’umanità per il suo impatto in termini di identità, sostenibilità, migrazioni, nuove tecnologie e intelligenza artificiale.
Il fuoco selettivo e le riprese dall’elicottero hanno reso Olivo Barbieri riconoscibile in tutto il mondo per la capacità di trasformare l’immagine della realtà in un modello, un plastico, un mondo in progettazione. Nelle opere esposte, lontane da intenti documentaristici, si ritrovano tutti gli slittamenti percettivi che negli anni identificano l’opera di Barbieri: le lunghe esposizioni, l’illuminazione artificiale, le riprese verticali, l’uso di colori saturi e il fuoco selettivo che trasforma il reale in un avatar di sé stesso.