La storia dell’arte ha bisogno non soltanto di studi specifici su singoli artisti, movimenti, stili, secoli, geografie, tendenze, ma anche di libri che meditino sulle fondamenta, sulle questioni fondative e che si pongano delle domande quasi ataviche.
A cosa serve la storia dell’arte? Qual è il compito dello storico dell’arte? Perché si conservano i manufatti e le opere? Che cosa muove le comunità e i popoli quando preservano o distruggono i simboli e le testimonianze ricevuti dal passato? A queste domande prova a rispondere Luca Nannipieri, critico d’arte, nel suo nuovo libro A COSA SERVE LA STORIA DELL’ARTE, pubblicato da SKIRA editore.
A COSA SERVE LA STORIA DELL’ARTE, il ruolo della storia dell’arte nel mondo contemporaneo secondo Luca Nannipieri
Approfondendo il rapporto tra patrimonio storico artistico, persona e comunità, Luca Nannipieri riflette sulla responsabilità sociale dello storico e del critico d’arte, mettendo a confronto il suo pensiero non solo con i fondatori o punti di riferimento della disciplina, da Johann Joachim Winckelmann a Arnold Hauser, da Alois Riegl a Erwin Panofsky,da Max Dvorak a Bernard Berenson e Heinrich Wölfflin, ma anche con i direttori storici di alcuni dei più autorevoli musei italiani ed europei, come Palma Bucarelli, Franco Russoli, Ettore Modigliani, Fernanda Wittgens, e con figure, come il soprintendente Pasquale Ro- tondi, che sono rimaste nella storia per i capolavori che hanno salvato dalle distruzioni e dalle guerre.