Schlosshotel di Zermatt, nuova identità

Lo Schlosshotel di Zermatt è un mondo di grande fascino e prestigio, risultato di tanti mondi diversi che convivono e insieme creano un comfort unico e originale per una clientela che sa apprezzare la qualità dell’offerta. Con i nuovi interventi di SchlossSpa -CBDSpa, Schlosssport e Schlosshouse, lo Schlosshotel ha potenziato la sua identità che si esprime attraverso mood particolari e regala emozioni uniche, differenti e complementari. Il progetto Schlosshotel porta la firma dello studio aledolci&co. dell’architetto Alessandro Dolci, con sede a Egna (BZ). L’interior contractor è Concreta, azienda valtellinese con sede a Postalesio (Sondrio), che esprime la propria eccellenza nella realizzazione dell’arredamento alberghiero e, più in generale, nelle soluzioni di contract.

Qui, l’intervento di Concreta trova una straordinaria espressione nella fornitura e nella installazione degli arredi custom e standard. Attiva nel settore da oltre trent’anni, Concreta definisce la propria concezione dell’arredo “come idea di serietà, solidità, messa in pratica di progetti/astrazioni; teorie realizzate, realtà ed efficienza sul piano dell’espressione e dell’azione, consistenza. Il contenuto dell’esperienza visto come oggetto reale o applicabile al reale”.

Per una privacy speciale

La Schlosshouse è il nuovo modo di vivere lo Schlosshotel di Zermatt.  Si tratta di un villino su due piani collegato con i servizi dell’hotel quali lounge, SchlossSpa -CBDSpa e Schlosssport, ma con un livello di privacy in più. Il disegno delle facciate e gli interni sono opera dello studio aledolci&co. Gli esterni sintetizzano, in una composizione contemporanea, materiali ad alte prestazioni come richiede la rigidità del clima e soluzioni tradizionali, mantenendo il dialogo con l’edificio principale dell’hotel. La distribuzione degli ambienti interni è flessibile; è possibile creare varie composizioni dello spazio in base alle esigenze dei clienti: un appartamento per piano composto da living cucina e tre camere utilizzabile da famiglie numerose o gruppi di amici, cucina e due camere o camere singole.

La moodboard degli interni, per volontà dei committenti, si sottrae al tipico folklore alpino molto comune nell’hotellerie dei dintorni. Ton sur ton, superfici lisce e uno spirito urbano caratterizzano le scelte di colori e dei materiali mantenendo il calore dell’accoglienza. Gli spazi all’esterno, balconi e logge, sono importanti in montagna per asciugare l’equipaggiamento, per rilassarsi respirando l’aria frizzante e godersi sole e panorama dopo una faticosa giornata di alpinismo, per questo parte del design della facciata è costituito da schermature in legno tra i balconi che garantiscono una maggiore privacy. Il collegamento con la distribuzione dell’hotel avviene sia tramite l’ascensore, che al livello -1 porta alla nuova SchlossSpa – CBDSpa e al livello -2 allo Schlosssport, sia attraverso un Winter Garten che connette gli ambienti lounge e reception ospitando un’area di lettura, gioco e relax aperta a tutto l’hotel. Questo spazio ha una sua anima e con una propria palette di colori sgargianti, rappresenta uno dei mood dell’hotel.

Il mondo in una spa

Anche la nuova Spa dello Schlosshotel, la prima CBDSpa della Svizzera, è stata realizzata dallo Studio aledolci&co. Questo piccolo paradiso utilizza prodotti naturali a base di derivati della canapa per i trattamenti riservati agli ospiti.

In uno spazio generoso e signorile con un’ampia superficie di 350 metri quadrati, si possono godere momenti unici di riservatezza e comfort. Al piano inferiore dell’edificio sono presenti anche una nuova zona fitness e una sala riservata al training e allo yoga. L’area è equipaggiata con prodotti top di gamma di alto livello tecnologico sia per quanto riguarda i bagni caldi e la ice room sia per quanto riguarda i percorsi di reazione.

“I proprietari, gestori dell’hotel, richiedevano uno spazio che offrisse un equipaggiamento al top e un concept innovativo dei percorsi per i clienti – dice Alessandro Dolci – e chiedevano anche, rispetto alle Spa realizzate nelle strutture dei dintorni, spazi che avessero un linguaggio più urbano, lineare, con superfici raffinate, senza le citazioni di ruvidità montana, che sono state di tendenza negli ultimi decenni”.

La sfida dell’illuminazione

Il progetto doveva ottimizzare lo spazio a disposizione e le sue peculiarità. Uno spazio interrato possiede caratteristiche positive (maggiori potenzialità distributive in assenza di aperture finestrate da rispettare) ma pone anche l’attenzione su un tema fondamentale, quello dell’illuminazione. Un’intercapedine che si apriva parzialmente su un lato del volume, poteva costituire un interessante spunto progettuale.

Generalmente tendiamo a favorire gli ambienti relax nell’affaccio verso le finestre e nella presa di luce naturale – spiega Alessandro Dolci – Nelle aree relax la permanenza è maggiore che negli altri spazi: qui si legge e si gode del panorama quando è disponibile. Altro ambiente che favoriamo nell’affaccio è la sauna, un ottimo osservatorio verso l’esterno. E ancora cerchiamo di dare al fruitore dopo la sauna, un accesso all’aperto in modo che, soprattutto in montagna, l’aria esterna possa servire per il refrigerio oltre che per l’ossigenazione. Per tutte queste attività abbiamo sfruttato l’intercapedine. Ci interessava dare una connotazione alla parete di cemento che perimetrava l’intercapedine ma poteva risultare angusta e qui la grafica era una via possibile da percorrere, quando ancora non sapevamo se sarebbe stata realizzabile. Ma ormai il progetto aveva mosso i primi passi“.

L’intercapedine protagonista

Così l’intercapedine è diventata un punto chiave del progetto: su di essa affaccia l’ambiente relax principale e lo si percepisce fin dall’ingresso nell’area, attraverso pareti filtro in vetro e legno. Sulla intercapedine affacciano anche la sauna finlandese, la più grande e calda e la ice room, picco tecnologico di questa Spa, che funge da vestibolo per l’uscita verso l’esterno.

“Per noi – conclude Alessandro Dolci – è importante differenziare la tipologia di emissione nei piani interrati e qui la luce diretta si abbina con quella indiretta. La luce indiretta ha una diffusione più vicina a quella naturale all’interno del progetto. La scelta matrice di questo progetto è stata, infatti, quella di connotare tutte le quinte illuminate in modo indiretto/naturale con la grafica della carta da parati”.

La grafica e il battiscafo

In questo modo la Spa diventa una specie di batiscafo che permette di affacciarsi su un originale e intrigante mondo esterno raccontato dalle illustrazioni stampate sulla carta.

La grafica scelta rappresenta un modo sommerso e per forme, scala, colore e direzionalità dei disegni, è apparso subito un elemento fondamentale del progetto, tanto che non è mai stato cambiato. Oltre che nell’intercapedine, lo si trova anche nei percorsi di reazione, nelle docce emozionali, come backsplash della tisaneria e nei camerini trattamenti.

In tutti questi spazi, pur così diversi fra loro per concezione e tipologia di utilizzo, il principio è lo stesso, forte e chiaro: le pareti decorate sono come affacci su un mondo esterno e la Spa è un batiscafo che magicamente conduce a visitarlo.

Redazione
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