Edouard Manet fu uno dei pittori più famosi di sempre. Nato nel 1832 in una famiglia borghese di Parigi, non ebbe vita semplice con l’arte nei suoi primi anni. Il padre infatti lo osteggiò a lungo ma, nonostante questo, riuscì ad entrare nell’atelier di Thomas Couture. Era il 1859 quando Manet realizzò il bevitore di assenzio, l’opera che si può definire, il vero inizio della sua carriera artistica.
Manet
- Stile. Manet ha sempre rifiutato di unirsi ai gruppi dei realisti o degli impressionisti, ma nonostante questo, fu una figura fondamentale, un trait d’union tra i due periodi artistici.
- I Salon. Tipici di questo periodo, i Salon sono i luoghi di ritrovo degli artisti per farsi conoscere dal grande pubblico e confrontarsi con gli arti artisti. Solo pochi anni dopo Napoleone III inaugurò il Salon des Refugés, luogo dedicato a tutti coloro che venivano esclusi dal Salon ufficiale. Qui, tra gli altri, anche Manet, dove espose le sue due opere più famose, pesantemente distrutte dalla critica.
Manet Olympia
3. L’opera. L’Olympia di Manet raffigura una giovane donna in tutta la sua nuda bellezza. Nel dipinto sono diversi i dettagli che fanno pensare che si tratti di una prostituta: dai fiori nei capelli, al nastrino di raso nero, dalle pantofole fino alla serva di colore raffigurata accanto a lei. A confermare l’ipotesi anche la posa e, soprattutto, il nome che dà il titolo all’opera di Manet, Olympia, che era uno dei più usati proprio tra le prostitute. Anche in questo caso l’opera venne parecchio criticata, in particolare per il paragone col modello classico della Venere di Tiziano che Manet reinterpretò liberamente.
4. La modella. Victorine Meurent era una delle modelle predilette di Manet tanto che la raffigurò in diversi suoi dipinti. Tra di loro nacque un rapporto difficile da descrivere, ma intenso. Victorine era l’incarnazione della rivolta, raffigurata senza veli e a suo agio in Olympia, così come in Colazione sull’erba. L’ultimo dipinto di Manet che la vedeva come soggetto fu Le chemin de fer, nella quale si può notare uno sguardo malinconico della giovane donna, anticipatore di una fine tra locande e prostituzione.
Colazione sull’erba Manet
5. L’opera. La Colazione sull’erba di Manet, raffigura un momento di tranquillità di una “colazione ” sull’erba appunto, anche se il soggetto femminile raffigurato interamente nudo potrebbe confondere. A rendere l’atmosfera serena vi sono i colori puri, la luce e la stessa prospettiva è suggerita dalle macchie di colore diverso che si uniscono. Uno degli uomini raffigurati, pare che sia l’amico di Manet e suo grande difensore, Charles Baudelaire.
6. La critica. Quando venne esposta, l’opera venne immediatamente criticata tanto che l’imperatore in persona la definì “indecente”. A fare scalpore fu proprio la particolarità della presenza della donna senza vesti, ma non tanto per la sua nudità, ma più che altro perché ella non era né una divinità né un personaggio mitologico, ma una semplice donna parigina del tempo, la modella Victorine Meurent, protagonista anche dell’Olympia. L’opera, rifiutata dal Salon ufficiale venne esposta al Salon des Refugés.
7. L’ispirazione. Durante le sue innumerevoli visite ai musei parigini e al Louvre in particolare, Manet trasse l’ispirazione per le sue opere. Una di queste fu proprio Colazione sull’erba che si rifà al concerto campestre di Tiziano Vecellio del cinquecento. Ma non solo, se il soggetto arriva dal Tiziano, la disposizione del gruppo arriva invece da il giudizio di Paride di Raffaello.
8. Colazione sull’erba di Monet. Nonostante le recensioni negative di esperti e critici, il dipinto è diventato uno dei più noti del periodo e non solo, tanto che anche altri artisti vollero omaggiarla. Tra questi anche Monet che realizza un’opera molto simile, usando anche lo stesso titolo. La differenza tra le due però si trova nella scena più luminosa e più realistica di Monet, nonché nella pennellata tipica del periodo impressionista.
9. Colazione sull’erba di Pablo Picasso. Anche ad anni e stili artistici di distanza, il genio dell’opera di Manet non è andato perduto e, a dimostrarlo, vi è l’amore, per non dire ossessione, di Pablo Picasso che ne realizzò circa 26 versioni e innumerevoli disegni preparatori.
Manet opere
10. Manet opere. Tante, tantissime le opere di Manet, quasi difficile raccontarle tutte. Anche se le due che più di tutte ne hanno segnato la carriera le abbiamo analizzate insieme è bene non dimenticare le altre e, per questo, ecco qui una selezione delle opere di Manet.
- Il bevitore di assenzio, 1859, olio su tela, Ny Carlsberg Glyptotek, Copenaghen;
- Il chitarrista spagnolo, 1860, olio su tela, Metropolitan Museum of Art, New York;
- Victorine Meruent in costume di “espada”, 1862, olio su tela, Metropolitan Museum of Art, New York;
- Colazione sull’erba, 1863, olio su tela, museo d’Orsay, Parigi;
- Olympia, 1863, olio su tela, museo d’Orsay, Parigi;
- Torero morto, 1864-1865 (?), olio su tela, National Gallery of Art, Washington D.C.;
- Il pifferaio, 1866, olio su tela, museo d’Orsay, Parigi;
- Corse a Longchamp, 1867, olio su tela, The Art Institute, Chicago;
- Ritratto di Émile Zola, 1868, olio su tela, museo d’Orsay, Parigi;
- Colazione nell’atelier, 1868, olio su tela, Neue Pinakothek, Monaco di Baviera;
- Berthe Morisot con un mazzo di violette, 1872, olio su tela, museo d’Orsay, Parigi;
- Ballo mascherato all’Opera, 1873, olio su tela, National Gallery of Art, Washington D.C.;
- Le rondini, 1873, olio su tela, Collezione Bührle, Zurigo;
- Signora con ventagli, 1873-1874, olio su tela, museo d’Orsay, Parigi;
- In barca ad Argenteuil, 1874, olio su tela, Metropolitan Museum of Art, New York;
- Argenteuil, 1874, olio su tela, musée des Beaux-Arts, Tournai;
- Monet che dipinge sulla sua barca, 1874, olio su tela, Neue Pinakothek, Monaco di Baviera;
- Ritratto di Stéphane Mallarmé, 1876, olio su tela, museo d’Orsay, Parigi;
- Nanà, 1877, olio su tela, Kunsthalle, Amburgo;
- Autoritratto, 1879 circa, olio su tela, museo d’Orsay, Parigi;
- La viennese, 1881, pastello su cartoncino, museo d’Orsay, Parigi;
- Il bar delle Folies-Bergère, 1881-1882, olio su tela, Courtald Institute Galleries, Londra;
- Mademoiselle Suzanne Hecht Pontremoli, 1882, pastello su tela, Museo d’Orsay, Parigi.