Il Museo di Roma in Trastevere ospita, fino al 5 settembre 2021, la mostra Chiamala Roma – Fotografie di Sandro Becchetti 1968 – 2013. Una retrospettiva che raccoglie alcuni dei lavori più importanti realizzati dal fotografo Becchetti.
L’esposizione è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con Archivio Becchetti, Postcart edizioni, il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia e il Sistema Museo di Perugia. Organizzata da Zètema Progetto Cultura è a cura di Silvana Bonfili con Valentina Gregori.
Chiamala Roma, l’unicità di una città contraddittoria e complessa negli scatti di Sandro Becchetti
180 fotografie in bianco e nero, in gran parte vintage e selezionate dal vasto Archivio Sandro Becchetti. Un percorso espositivo che offre una rivisitazione personale e poetica di Roma, che caratterizza gran parte della produzione di Becchetti. Una dedica alla capitale nel tentativo di evidenziare l’unicità di una città contraddittoria e complessa.
“Attraverso l’obiettivo delle mie Pentax osservai una città in tellurico sconvolgimento sociale.. antropologico.. segnata da un’ansia di rinnovamento capace di spaccare la gerarchia fossilizzata dalle classi sociali e di cancellare… un’antica idea di sudditanza…” – scriveva Becchetti – “È in quegli anni che ho potuto conoscere e fotografare a Roma molti tra i più importanti protagonisti del mondo artistico e culturale, italiano e internazionale, dell’epoca quali Ungaretti, Borges, Pasolini, Penna, Hitchcock, de Chirico per citarne alcuni”.
Romano, classe 1935, Sandro Becchetti si sofferma su una città che repentinamente cambia volto. Le sue fotografie ne congelano i dettagli, esaltano l’antica bellezza ma svelano anche, con ironia e affetto, le trasformazioni del territorio e dei suoi abitanti. Chi la abita, per lunghi o brevi periodi, persone comuni e personalità, assorbe il clima e le suggestioni diventando testimone del genius loti romano. Le immagini ritraggono questa fusione indipendente dal luogo.
Scatti ai margini della città, tra le nuove borgate e le antiche mura, nelle stanze austere dei vecchi e storici palazzi, o ancora tra i quadri d’autore e le tappezzerie delle abitazioni borghesi. La mostra evidenzia, inoltre, l’importanza degli archivi fotografici privati e pubblici. Uno strumento fondamentale per ricostruire la memoria di un territorio dal punto di vista storico, sociale e soprattutto culturale.