La Galleria Michela Negrini ospita, a Lugano, Past/ Present. Dal 21 maggio al 10 settembre una collettiva che riunisce diverse opere che indagano la questione del tempo ed esistenza.
“Il futuro ci tormenta, il passato ci trattiene. È per questo che il presente ci sfugge”; così scriveva Gustave Flaubert e da qui prende le mosse l’esposizione. Past/ Present, infatti, supera i confini abituali delle immagini, nella loro dimensione spaziale e temporale, e nasce da una riflessione su questo particolare tempo “congelato” conseguenza della pandemia Covid19.
Centrale è il cambiamento nella percezione del tempo. Lo spazio della vita quotidina ha subito enormi limitazioni l’uomo, abituato a guardare al futuro, oggi vive nell’incertezza. Prigionieri del presente, la vita è diventata sopravvivenza, senza proiezione, se non quella individuale. Dopo anni di progresso si vivono, oggi, i limiti del presente e l’impossibilità di immaginare il futuro: grande contraddizione della nostra epoca.
Past/ Present. I limiti del presente e l’impossibilità di immaginare il futuro nei lavori di quattro artisti contemporanei
Past/ Present raccoglie i lavori di quattro artisti – Elisabetta Benassi, Liliana Moro, Melik Ohanian, Namsal Siedlecki – che affrontano le molte implicazioni dell’esperienza del tempo, della sua essenza e della sua percezione.
In mostra Atlas Shrugged, un lavoro del 2018, di Elisabetta Benassi che si inserisce nell’esplorazione di un mondo in cui l’idea di comunità è sparita e in cui regna “l’individuo sovrano”. Liliana Moro presenta, invece, una serie di opere inedite: grandi sculture in ceramica bianca candida, a forma di melagrana. Simbolo primitivo del ciclo morte-vita, del continuum su cui si basa la nostra esistenza, il frutto ne rappresenta l’energia vitale.
Melik Ohanian porta le nuove opere della serie Tomorrow Was, che meditano su un possibile domani, senza indicazioni di tempo, né di spazio Fotografie che non si propongono di cogliere un istante preciso, ma di speculare in un modo riflessivo sulla narrativa personale dello spettatore.
Infine Trevis Maponos un ex voto di Namsal Siedlecki. Una scultura in argento nata da alcune scansioni 3d che l’artista ha realizzato in Francia nel 2019, su modello di alcuni reperti archeologici ritrovati, negli anni 60 a Clermont Ferrand, in dei pozzi votivi. La scultura, realizzata con l’argento proveniente dalle monete gettate nella Fontana di Trevi, pone l’accento sull’idea che in oltre 2000 anni l’umanità continua a ripetere lo specifico rituale di gettare qualcosa in acqua cercando un aiuto soprannaturale.