Dal 28 maggio al 29 agosto 2021 Palazzo Strozzi ospita American Art 1961-2001, una mostra che ripercorre la grande stagione dell’arte moderna negli Stati Uniti.
Oltre 80 opere di artisti come Andy Warhol, Mark Rothko, Louise Nevelson, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Bruce Nauman, Barbara Kruger, Robert Mapplethorpe, Cindy Sherman, Matthew Barney, Kara Walker, esposte a Firenze, molte per la prima volta in Italia, grazie alla collaborazione con il Walker Art Center di Minneapolis.
Un percorso attraverso importanti e iconiche opere di personalità e movimenti che hanno segnato l’arte americana per quarant’anni. Dall’inizio della Guerra del Vietnam all’attacco dell’11 settembre 2001. Dalla Pop Art al Minimalismo, dalla Conceptual Art alla Pictures Generation, fino alle più recenti ricerche degli anni Novanta e Duemila. L’esposizione è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze e Walker Art Center, Minneapolis.
American Art 1961-2001. Quarant’anni di egemonia politica e culturale degli Stati Uniti d’America
American Art 1961-2001 testimonia la poliedrica produzione artistica americana. Pittura, fotografia, video, scultura e installazioni raccolti in una inedita rilettura di quarant’anni di storia, che affronta tematiche chiave come lo sviluppo della società dei consumi, la contaminazione tra le arti, il femminismo, le lotte per i diritti civili.
Nel 1961 John F. Kennedy diviene presidente e l’11 dicembre inizia ufficialmente la Guerra del Vietnam; nel 2001 invece è presidente George W. Bush quando quasi tremila persone muoiono negli attentati dell’11 settembre. Questi due anni sono date spartiacque che definiscono l’affermazione degli Stati Uniti come superpotenza politica, ma segnano anche un’epoca di sperimentazione senza precedenti per l’arte di cui l’America segna il punto di riferimento a livello globale.
Da Andy Warhol a Kara Walker. 53 artisti che hanno influenzato il panorama artistico americano
In un percorso che propone le opere di 53 artisti, un’attenzione speciale è data ad alcune figure chiave di questi quarant’anni. Centrale è Andy Warhol, presente con 12 opere tra cui la celebre Sixteen Jackies (1964), dedicata a Jackie Kennedy all’indomani della morte di JFK. Una sezione speciale della mostra è dedicata, invece, al padre della danza contemporanea, Merce Cunningham, la cui ricerca è presentata attraverso grandi installazioni nate dalla collaborazione con Robert Rauschenberg e Jasper Johns.
La grande stagione degli anni Sessanta è testimoniata anche dalle opere di Donald Judd, Robert Morris, Bruce Nauman, John Baldessari. Figure che diventano punti di riferimento per le successive generazioni di artisti che ridefiniscono le nuove possibilità dell’arte. Tra queste emergono la riflessione sulla figura della donna di Cindy Sherman e le appropriazioni dal mondo della pubblicità di Richard Prince e Barbara Kruger. O ancora la denuncia dello stigma dell’AIDS di Felix Gonzalez-Torres o le inquietanti narrazioniposthuman di Matthew Barney. Per l’occasione è presente l’installazione di Cremaster 2 (1999), inedita in Italia, controversa opera dedicata a un assassino che richiese per sé stesso la pena di morte.
Focus speciale di American Art 1961-2001 è, infine, quello dedicato alle più recenti ricerche degli anni Novanta e Duemila. Qui spiccano figure di riferimento per la comunità afroamericana quali Kerry James Marshall e Glenn Ligon o artisti che investigano in modo totalmente originale l’identità americana come Paul McCarthy, Mike Kelley, Jimmie Durham e Kara Walker. Proprio della Walker è proposta un’ampia selezione di opere video e disegni, che testimoniano la sua ricerca, tra storia e satira sociale, intorno ai temi della discriminazione razziale.