Il nome vero di quello che tutti conosciamo come “il Parmigianino” in realtà è Girolamo Francesco Maria Mazzola. L’appellativo nasce sia dal fatto che Parmigianino è di Parma, sia per via del suo aspetto minuti. In ogni caso divenne ben presto uno dei maggiori esponenti della corrente manierista e, neanche a dirlo, uno dei maggiori pittori emiliani. Proprio nella sua città Natale sorge oggi la Scuola Parmigianino di Parma in suo onore.
Parmigianino pittore
- Gli esordi. Tra i primi maestri del Parmigianino vi furono i suoi stessi zii anche se, a onor del vero, l’artista si formò anche grazie alle meravigliose opere del Pordenone, del Correggio e di Dosso Dossi. Sin da subito si distinse per il suo talento che che, a soli sedici anni, realizzò il Battesimo di Cristo nella Chiesa dell’Annunziata.
- Roma. Pochi anni dopo si trasferì a Roma dove, sperando di lavorare per il pontefice, donò le sue opere a papa Clemente VII. In realtà però si dedicò più che altro a lavori commissionati dai personaggi della corte pontificia. Qui entrò in contatto con l’arte di Raffaello e, ammirando le sue opere cominciò a inserire alcuni tratti similari nella sua arte tanto che, per molti, il Parmigianino divenne il successore di Raffaello Sanzio.
- Lo stile. Tante sono le caratteristiche dell’arte del Parmigianino, ma tra le più note troviamo l’eleganza eccessiva, la preziosità formale e il ricercato virtuosismo compositivo. Le sue figure infatti rimandano ai canoni di bellezza di un tempo, forse ripresi proprio dai suoi studi su Raffaello. Capita però che alcune sue opere o anche solo dei soggetti o dettagli arrivino quasi a diventare stravaganti senza mai però perdere la classe che contraddistingue l’arte del Parmigianino.
- Il disegno. Tra le tante abilità artistiche del Parmigianino non si può certo non citare il disegno. La sua bravura era tale che venne spesso paragonato ai più grandi e noti maestri rinascimentali e le sue piccole opere vennero spesso vendute o fungevano da ispirazioni per artisti minori. Tra i principali soggetti disegnati dal pittore vi erano richiami al sacro e al mitologico.
- L’alchimia. La fama del Parmigianino si deve senza dubbio alla sua arte ma, diciamocelo, il mistero attira un po’ tutti e sicuramente aiutò l’artista. Pare infatti che fosse molto preso dai suoi esperimenti alchemici e a raccontarne la storia fu il noto critico Giorgio Vasari. L’alchimia però fu anche un componente spesso presente nelle sue opere d’arte come nello specchio del suo autoritratto o nei due numeri ben visibili nell’opera che raffigurava Galeazzo Sanvitale.
Parmigianino Madonna dal collo lungo
6. L’opera. Nella Madonna con il Bambino, angeli e un profeta, noto anche come Madonna dal collo lungo del Parmigianino, sono raffigurati San Girolamo, San Francesco e la Madonna col bambino.
7. La figura della Madonna. Qui l’immagine della Madonna dal collo lungo di impone in una posa a spirale allungata diventando così l’immagine umana più importante del dipinto anche rispetto alle altre figure divine che sono posizionate sulla sinistra. Il corpo allungato secondo alcuni, è interpretato come simbolo del tempio di Salomone e posto in relazione col Cantico dei cantici “il tuo collo come una torre d’avorio”, raffigurata alle spalle della Vergine.
Parmigianino autoritratto
8. L’opera. L’Autoritratto del Parmigianino raffigura l’artista stesso mentre è intento a specchiarsi.
9. Analisi. L’opera venne inserita dai critici tra quelle che esprimono l’interesse per l’alchimia del pittore. La raffigurazione di sé stesso allo specchio è tanto reale quanto imperfetta nella rotondità dello specchio e della mano in primo piano, enorme, eppure così reale.
Parmigianino opere
- Opere. Infine ecco qui come sempre la nostra speciale selezione delle opere del Parmigianino.
- Battesimo di Cristo(attr.), 1519 circa, olio su tavola, 195×137 cm, Berlino, Gemäldegalerie
- Pala di Bardi, 1521, tempera su tavola, 203×130 cm, Bardi(Parma), chiesa di Santa Maria
- Putto(come assistente di Correggio), 1522, affresco, Parma, cupola di San Giovanni Evangelista
- Autoritratto entro uno specchio convesso, 1524, diam. 24,4 cm, Vienna, Kunsthistorisches Museum
- Ritratto di un collezionista, 1524 circa, olio su tavola, 89×64 cm, Londra, National Gallery
- Stufetta di Diana e Atteone, 1523-1524, affreschi, Fontanellato, Rocca Sanvitale
- Ritratto di Galeazzo Sanvitale, 1524, olio su tavola, 109×81 cm, Napoli, Museo nazionale di Capodimonte
- Ritratto d’uomo col petrarchino, 1524, olio su tavola, 66×31 cm, collezione privata
- Ritratto di Lorenzo Cybo, 1524 circa, olio su tavola, 126×104 cm, Copenaghen, Statens Museum for Kunst
- Natività con angeli, 1525, olio su tavola, 59×34 cm, Roma, Galleria Doria Pamphilj
- San Rocco e un donatore, 1527, olio su tavola, 270×197 cm, Bologna, basilica di San Petronio
- Conversione di san Paolo, 1527circa, olio su tela, 177×128 cm, Vienna, Kunsthistorisches Museum
- Sacra Famiglia con san Giovannino, 1528 circa, tempera su tela, 159×131 cm, Napoli, Museo nazionale di Capodimonte
- San Rocco, 1528circa, tempera su tela, 27,8×21,5 cm, Parma, collezione privata
- Adorazione dei Magi, 1529, olio su tavola, 120×94 cm, Taggia(Imperia), chiesa di San Domenico
- Uomo che sospende la lettura(attr.), 1529 circa, olio su tavola, 67,5×53 cm, Vienna, Kunsthistorisches Museum
- Madonna di Santa Margherita, 1529-1530 circa, olio su tavola, 204×149 cm, Pinacoteca Nazionale di Bologna
- Madonna Kedleston, 1529-1530 circa, olio su tavola, 48,5×35,5 cm, Fort Worth, Kimbell Art Museum
- Ritratto di giovane, 1529-1530 circa, olio su tavola, 97×82 cm, Hampton Court, Royal Collection
- Ritratto virile, 1530 circa, olio su tavola, 100×70 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
- Madonna della Rosa, 1530 circa, olio su tavola, 109×88,5 cm, Dresda, Gemäldegalerie
- Fanciullo con l’abbecedario e un dito in bocca, 1530 circa, olio su tavola, 45,5×32,5 cm, collezione privata
- Madonna di San Zaccaria, 1530-1533 circa, olio su tavola, 73×60 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
- Tre vergini sagge e tre vergini stolte, 1531-1539, affreschi, Parma, chiesa di Santa Maria della Steccata
- Schiava turca, 1533 circa, olio su tavola, 67×53 cm, Parma, Galleria nazionale
- Cupido che fabbrica l’arco, 1533-1535 circa, olio su tavola, 135×65,3 cm, Vienna, Kunsthistorisches Museum
- Madonna dal collo lungo, 1534 circa, olio su tavola, 216×132 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
- Antea, 1535 circa, olio su tela, 135×88 cm, Napoli, Museo di Capodimonte
- Pala di Casalmaggiore, 1540, olio su tavola, 253×161 cm, Dresda, Gemäldegalerie
- Lucrezia romana, 1540 circa, olio su tavola, 68×52 cm, Napoli, Museo nazionale di Capodimonte