BUILDINGBOX presenta dall’1 al 29 ottobre 2021 un’installazione di Giuseppe Gallo (Rogliano, 1954), decimo artista de La forma dell’oro, progetto espositivo annuale a cura di Melania Rossi, che indaga l’utilizzo dell’oro nella ricerca artistica contemporanea attraverso le opere di dodici artisti invitati a misurarsi con il tema prescelto. Le installazioni sono visibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7 dalla vetrina di via Monte di Pietà 23 a Milano.
Femmina atroce è una scultura composta da dodici elementi in bronzo color oro. Le forme organiche e sinuose che formano l’opera hanno qualcosa di femminile, sembrano ossa del bacino di una donna moltiplicate verticalmente. L’artista conferma nel titolo questa prima impressione, inserendo però nell’aggettivo il sospetto di un gioco concettuale, di un paradosso nascosto. Si tratta in effetti di calchi di ossa, ma della mascella di uno squalo privata dei denti. Con un’ironia fulminea, specifica della sua pratica artistica, Gallo afferra al volo le associazioni tra le forme animali e umane, senza giudizio come senza giudizio è la natura stessa.
Ci sono cose che nel nostro immaginario sono estremamente aggressive ma possono nascondere una grazia e una delicatezza inaspettate; viceversa ci sono cose ritenute innocue che viste sotto un’altra luce diventano minacciose e terrificanti. Come nel caso della mascella di pescecane che ci appare graziosa e ricercata, il contrasto è ciò che interessa di più all’artista. Il duello-danza tra la vita e la morte che anima tutte le pulsioni profonde degli esseri viventi è rappresentato da Gallo in immagini che contengono tratti feroci e sensuali insieme. La Grande Madre che terrorizza e protegge, partorisce e divora, ha in sé sia il femminile sia il maschile, lo Yin e lo Yang, e combinando questi opposti trova l’armonia in grado di generare bellezza.
Gallo ama la natura e vive circondandosene il più possibile, è lì che trova la sua prima fonte d’ispirazione, poi tutto deve passare attraverso la sua visione surreale e libera delle cose del mondo, in cui le forme sono e non sono ciò che sembrano. Il gioco metamorfico dell’arte è al centro del suo lavoro, che attinge alle forme e alla materia originarie per svelare paradossi e sedurre la visione fino a renderla pensiero. L’artista crea nuove immagini frammentando, trasformando e combinando le forme dell’esistente; allontanandosi dal naturalismo, dimostra le connessioni segrete tra le cose della natura. La sembianza vertebrale, totemica e dunque simbolica di Femmina atroce ha carattere ascensionale, di sostegno e spinta da dentro verso fuori, dal basso verso l’alto. Il bronzo lucido e specchiante accresce la sensualità delle forme flessuose e il color oro gli conferisce valenza di simulacro. Non c’è inganno nell’arte di Gallo, ma piuttosto la ricerca vitalistica della scoperta continua, non c’è provocazione, semmai un erotismo contrario alla morale castrante, nel tentativo di arrivare ad una conoscenza che comprenda cultura e istinto.