Domenico Gnoli, la retrospettiva a Milano a Fondazione Prada

Fondazione Prada presenta a Milano una grande retrospettiva dedicata a Domenico Gnoli. A oltre di cinquant’anni dalla sua scomparsa, la mostra  esplora la pratica di Gnoli e legge la sua attività come un discorso unitario e libero da etichette.

Domenico Gnoli mostra Fondazione Prada
Domenico Gnoli, Due dormienti, 1966 

Una produzione, quella dell’artista romano, in stretta connessione con la scena culturale internazionale del suo tempo, ma carica di risonanze con la ricerca visiva contemporanea. La mostra sviluppa, inoltre, le intuizioni di chi, in passato, ha interpretato l’artista dal punto di vista storico e critico in modo originale, riconoscendo l’ispirazione che Gnoli ha trovato nel Rinascimento ed evidenziando il valore narrativo delle sue opere.

Retrospettiva, dal 28 ottobre 2021 al 27 febbraio 2022, che si inserisce in quella sequenza di mostre di ricerca dedicate a figure di outsider come Edward Kienholz, Leon Golub e William Copley, difficilmente assimilabili alle principali correnti artistiche della seconda metà del Novecento.

Domenico Gnoli, una pittura precisa e materica che abolisce il contesto e si concentra sulla potenza energetica e sensuale del dettaglio

Domenico Gnoli (1933-1970), CURL, 1969, 139 x 120 cm, Acrylic and sand on canvas, Inv. Foundation C. no. p23. Courtesy Fundación Yannick y Ben Jakober

La mostra, concepita da Germano Celant, riunisce più di 100 opere realizzate dall’artista dal 1949 al 1969 accompagnate da altrettanti disegni e da materiali storici, fotografie e testimonianze che ne ricostrouscino il percorso biografico.

Nipote di Domenico e figlio di Umberto Gnoli, entrambi critici e storici dell’arte, la carriera di Domenico Gnoli (Roma, 1933 – New York, 1970) inizia nel segno della duplicità.  Da una parte il suo lavoro di scenografo, disegnatore di costumi e illustratore, dall’altra l’opera pittorica. È nel 1964 però che Gnoli compie un salto linguistico che lo porta a far emergere la propria pittura analitica. Una ricerca artistica nella quale Gnoli abolisce il contesto e si concentra sul particolare di un corpo umano o di un oggetto, sottolineandone la potenziale sensualità e carica energetica.

Domenico Gnoli mostra Fondazione Prada
Domenico Gnoli (1933-1970), CRAVATE, Original title by D. G, 1967, painted in Deyà Autumn 1967, signed, date, 174 x 90 cm Acrylic and sand on canvas. Inv. Foundation C. no. p17. Courtesy Fundación Yannick y Ben Jakober

Immagini misteriose in bilico tra realtà e immaginazione

Una pittura precisa e materica che valorizza le superfici, i colori e i materiali propri di elementi organici e inanimati è caratterizzata anche da un rigoroso taglio fotografico. Un approccio documentario che “mette sullo stesso piano tutte le cose, naturali e artificiali, esprimendo una volontà egualitaria: la rivincita degli elementi insignificanti e squalificati dalla classifica dei valori: il basso e il secondario, l’accessorio e il trascurabile”, come ha osservato Germano Celant.

L’apparizione improvvisa sulla tela di elementi apparentemente incongrui quali busti, ciocche di capelli, scarpe, poltrone, cassetti, cravatte e bottoni rappresenta uno stimolo visivo e mentale per l’osservatore. È un invito a completare queste immagini misteriose in bilico tra realtà e immaginazione.

Domenico Gnoli mostra Fondazione Prada
Domenico Gnoli, Chemisette Verte, 1967

I dettagli, carichi di significato, suggeriscono enigmatiche biografie degli oggetti rappresentati e testimoniano la convinzione dell’artista nel perseguire la propria ricerca in una radicale rilettura della rappresentazione classica.

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Tommaso Pergolizzi
Tommaso Pergolizzi
Laureato in Arti, Patrimoni e Mercati all'Università IULM di Milano. Gallery Assistant presso Dep Art Gallery a Milano e curatore della sezione Arte di Lifestar.it