L’Uomo Vitruviano: tutto quello che c’è da sapere sull’opera

Copertina: Leonardo da Vinci, Public domain, via Wikimedia Commons

L’Uomo Vitruviano è un disegno a penna e inchiostro su carta realizzato dal grande Maestro Leonardo da Vinci. Il nome, Vitruviano, deriva dai testi dell’architetto romano Vitruvio che, nei suoi scritti, riporta le proporzioni del corpo umano. Proprio da queste Leonardo si ispira nella rappresentazione grafica della sua opera realizzata nel 1490 circa.

L’Uomo Vitruviano Leonardo da Vinci

L’origine. Proprio come molte delle opere dell’artista, anche l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci deriva dalla raccolta grafica del milanese Giuseppe Bossi. Il disegno risale circa il 1490 e, quindi, verosimilmente agli anni del suo soggiorno meneghino.

L’opera. Nel foglio viene rappresentato uno studio delle proporzioni umane con una figura ideale in due posizioni diverse che lo fanno apparire, quasi, come se avesse quattro braccia e quattro gambe. Il tutto inserito all’interno di un cerchio e di un quadrato. All’interno dell’opera sono presenti anche due testi ripresi dall’opera del Vitruvio, uno posizionato in cima e uno sotto:

“Vetruvio architetto mette nella sua opera d’architettura che lle misure dell’homo sono della natura disstribuite in quessto modo. Cioè, che 4 diti fa un palmo e 4 palmi fa un piè; 6 palmi fa un cubito, 4 cubiti fa un homo, e 4 cubiti fa un passo, e 24 palmi fa un homo; e cqueste misura son ne’ sua edifizi. Se ttu apri tanto le gambe che ttu chali da chapo 1/14 di tua alteza, e apri e alza tanto li bracci che colli lunghi diti tu tochi la linia della sommità del chapo, sappi che ’l cientro delle stremita delle aperte membra fia il bellicho. E llo spatio che ssi truova infra lle gambe fia triangolo equilatero”

« Tanto apre l’omo nele braccia, quanto ella sua altezza.
Dal nasscimento de chapegli al fine di sotto del mento è il decimo dell’altez(z)a del(l)’uomo. Dal di sotto del mento alla som(m)ità del chapo he l’octavo dell’altez(z)a dell’omo. Dal di sopra del petto alla som(m)ità del chapo fia il sexto dell’omo. Dal di sopra del petto al nasscimento de chapegli fia la settima parte di tutto l’omo.
Dalle tette al di sopra del chapo fia la quarta parte dell’omo.
La mag(g)iore larg(h)ez(z)a delle spalli chontiene insè [la oct] la quarta parte dell’omo.
Dal gomito alla punta della mano fia la quarta parte dell’omo, da esso gomito al termine della isspalla fia la octava parte d’esso omo; tutta la mano fia la decima parte dell’omo.
Il membro virile nasscie nel mez(z)o dell’omo.
Il piè fia la sectima parte dell’omo.
Dal di sotto del piè al di sotto del ginochio fia la quarta parte dell’omo.
Dal di sotto del ginochio al nasscime(n)to del membro fia la quarta parte dell’omo.
Le parti chessi truovano infra
il mento e ‘l naso e ‘l nasscimento de chapegli e quel de cigli ciasscuno spatio perse essimile alloreche è ‘l terzo del volto ».

 

Gli studi. Sebbene è innegabile che l’opera rappresenti gli studi di Vitruvio scritti in De architettura, alcune recenti analisi hanno ricondotto a una riflessione di Leonardo anche sui testi di Leona Battista Alberti e sul pensiero di Euclide. Pare infatti che, proprio le proporzioni, non siano quelle espresse dal Vitruvio ma quelle inserite nel De statua dell’Alberti.

Il successo, le copie e i rifacimenti. Alcuni recenti studi di Claudio Sgarbi del 1986 presso la biblioteca comunale Ariostea di Ferrara fecero emergere una copia dell’Uomo Vitruviano presente su un trattato di Vitruvio. Solo qualche anno dopo però, si riuscì a capire che l’artista che lo realizzò non fu Leonardo ma, bensì il suo amico e artista Giacomo Andrea da Ferrara. Nei secoli furono in molti a ispirarsi all’opera di Leonardo tra citazioni, performance, celebrazioni, pannelli urbani, installazioni, disegni, sculture, fotografie, dispositivi scenici, come testimoniano. Tra le altre, le opere di William Blake, Fernand Léger, André Masson, Salvador Dalí, Arno Brecker, Charles Csuri, Michel Parré, Ontani, Robert Mapplethorpe, Luciano Fabro, Frédéric Kieff, Andrew Leicester, Antony Gormley, José Garcia Huidobro, Nam June Pake, Arnold Skip, Romeo Castellucci, Jan Fabre, Dieter Appelt, Michelangelo Pistoletto, Marina Abramovich, Hermann Nitsch, Mario Ceroli.

L’Uomo vitruviano il significato

uomo vitruviano
Leonardo da Vinci, Public domain, via Wikimedia Commons

Le figure geometriche. Le due figure geometriche all’interno del quale è inserito lo studio del corpo umano, il cerchio e il quadrato, hanno diversi significati. Fin dal Medioevo però sono stati identificati come rappresentazione del cielo e della terra. Il significato. Il disegno, per Leonardo da Vinci, rappresenta l’incontro tra arte e scienza, fondamentale per capire e conoscere di più sul mondo. D’altronde si sa che Leonardo era un uomo di scienza, oltre che, ovviamente, di arte. L’opera però ha anche un significato molto più profondo. Abbiamo già detto che il cerchio rappresenta il cielo, il cosmo e il divino mentre il quadrato simboleggia il mondo terreno. L’uomo, messo al centro, diventa così simbolo di unione tra micro e macro cosmo. Da qui, il richiamo ai pensieri filosofici secondo cui l’uomo è lo specchio dell’universo. Simbolo dell’Umanesimo. Tra le varie letture, infine, vi è anche l’opera vista come simbolo dell’Umanesimo. Inserendo l’uomo al centro tra terra e cielo e posizionando al centro di tutta l’opera l’ombelico, simbolo della nascita, infatti venne letta come la centralità dell’uomo all’interno della natura razionale.

L’Uomo Vitruviano e l’Euro

L’Euro. L’opera è rappresentata anche sulle monete che tutti noi abbiamo in tasca tutti i giorni. L’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci è, infatti, stato scelto da Carlo Azeglio Ciampi, ex Ministro dell’Economia per il retro della moneta da un euro. In questo caso, il significato simbolico dell’Uomo Vitruviano è che l’essere umano è preso come misura di tutte le cose.

Uomo vitruviano dove si trova

Se vi state chiedendo dove si trova l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, beh, la risposta è nel Nord Italia e, più precisamente, a Venezia. L’opera è infatti situata nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Qui arrivò nel lontano 1822 ed è conservata nell’archivio del Gabinetto dei disegni e delle stampe. L’opera però non fa parte della collezione permanente e quindi non è sempre possibile ammirarla. La sua delicatezza, così come per altri disegni e stampe, infatti, richiede una protezione all’esposizione dalla luce con un costante controllo dei valori microclimatici. Per essere quindi sicuri di poterlo ammirare è bene quindi tenere monitorato il sito ufficiale dove vengono costantemente inserite nuove comunicazioni relative proprio alla sua esposizione temporanea.