La Venere di Milo, nota anche come l’Afrodite di Milo, è una delle statue greche più celebri e belle di sempre e oggi conservata e visibile al Museo del Louvre di Parigi. Alta 202 cm e in marmo pario e, dopo diversi studi e analisi, è stata attribuita ad Alessandro di Antinochia che la realizzò nel 130 a.C.
La Venere di Milo, descrizione
La Venere di Milo venne chiamata così in quanto l’opera venne ritrovata proprio sull’isola greca di Milano, spezzata in due parti. Dopo diversi viaggi e anni nelle mani di molti dal contadino che la trovò agli ufficiali turchi e poi alla marina francese giunse in Francia. Qui venne restaurata e mostrata al re Luigi XVIII nel 1821 e poi collocata al museo del Louvre, dove è tuttora conservata.
La sua grande fama venne raggiunta non solo per l’evidente bellezza dell’opera ma anche per il particolare momento in cui venne consegnata nelle mani dei francesi. Proprio in quel periodo infatti la Francia “perse” la Venere de’ Medici che venne restituita all’Italia.
La Venere di Milo viene rappresentata nuda fino all’addome mentre le gambe rimangono coperte da un fitto velo. Secondo alcuni studi pare che, in realtà, si trattasse di due statue: una composta dalla parte superiore e una da quella inferiore che venne progettata appositamente per combaciare con quella superiore proprio nel punto in cui la veste lascia scoperte le nudità della dea. A colpire è il suo atteggiamento naturale, ben lontano dalla tipica compostezza eroica delle Veneri che l’avevano preceduta nei secoli addietro. Infine, un dettaglio che contribuì certo a renderla famosa è l’assenza delle braccia che, secondo diverse teorie, andarono perse negli anni.
Sebbene non si sappia con certezza che momento si volesse narrare della vita mitologica della dea, l’ipotesi è che si tratti della Venus Victrix che porta il pomo dorato a Paride. L’ipotesi nasce da alcuni ritrovamenti che narrano di una mano con una mela situata proprio vicino a dove venne rinvenuta la statua che possiamo ammirare ancora oggi.
Venere di Milo significato
Il significato della Venere di Milo originale altro non è che la rappresentazione della bellezza. Per secoli infatti, venne considerata una delle rappresentazione artistiche della bellezza femminile alla quale in molti, come abbiamo visto, si ispirarono negli anni a venire.
Venere di Milo Lou
La galleria di antichità del Louvre, che ha sostituito gli appartamenti reali, espone capolavori della scultura greca, tra cui la famosa Venere di Milo. Insieme alla Gioconda e alla Vittoria alata di Samotracia, la Venere di Milo è una delle tre figure femminili più famose del Louvre. Il suo nome deriva dall’isola greca di Melos (ora chiamata Milos), dove fu ritrovata nel 1820 e acquistata quasi subito dal marchese de Rivière, a quel tempo ambasciatore francese in Grecia. La regalò poi al re Luigi XVIII, che la donò al Louvre nel marzo 1821.
Venere di Milo a cassetti
Tra le opere che si ispirarono alla bellezza statuaria della Venere di Milo ci fu anche una rivisitazione contemporanea per mano del pittore surrealista spagnolo Salvador Dalì. L’artista riprese l’opera trasformandola completamente. La Venere di Milo a cassetti, infatti, è realizzata con, come dice il nome stesso dei cassetti apribili grazie ai pomelli sparsi lungo tutto il corpo. A parte quello, la posa, la mancanza delle braccia e il velo che copre le nudità della parte inferiore del corpo della dea sono le stesse della Venere di Milo.
Secondo il pittore il significato della Venere di Milo a cassetti sta nel fatto che all’interno di essi si nascondono le zone più profonde e segrete del proprio subconscio. Oggi questa bellissima e particolare opera del 1936 è visibile all’Art Institute of Chicago, anche se per la verità, ve ne sono anche diverse repliche sparse per i musei di tutto il mondo.
Venere di Milo di Botticelli
Un’altra Venere decisamente famosa nel mondo dell’arte è quella rappresentata da Sandro Botticelli e visibile al bellissimo Museo degli Uffizi di Firenze. L’Associazione tra la Venere di Milo e la Venere di Botticelli è spesso naturale vista la perfezione e bellezza di entrambe le rappresentazioni della dea. In realtà, però, pare difficile pensare che il Botticelli si ispirò alla statua dato che per secoli fu andata perduta e arrivò, come abbiamo detto, al Louvre solo nel 1820 circa. Anche in questo caso la dea che nasce dalle acque viene però raffigurata in tutta la sua bellezza e senza veli.
L’opera è una delle più famose del pittore nonché dell’intero Rinascimento Italiano. La Venere di Botticelli infatti è una delle prime opere a figura intera e a grandezza quasi naturale. In molti però ritengono le Venere di Botticelli sia il vero simbolo di perfezione e bellezza, forse persino più della bellezza statuaria della Venere di Milo.
Negli anni a venire la bellezza della Venere di Milo ispirò tantissimi altri artisti e anche il mondo del cinema e della musica. Ecco, qui di seguito, alcuni importanti riferimenti:
- Nel celebre dipinto La Libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix, la Venere di Milano viene ripresa proprio nella figura femminile che incarna la Libertà;
- Un riferimento alla Venere di Milo è stato inserito nel film The Dreamers in cui la protagonista appare nella sua stanza con degli alti guanti neri su di uno sfondo nero che, tramite un effetto ottico, sembra cancellarle le braccia.
- Nel film Un matrimonio all’inglese la famiglia Whittaker possiede la Venere di Milo.
- Nel film Soul Surferove la ragazza trova consolazione nella Venere essendo anche lei senza un braccio.
- Nel film Hercules (film 1997)il protagonista lancia una pietra alla statua rompendole le braccia
- Nella canzone “Consejo de sabios” della band spagnola Vetusta Morla. Il testo dice “eri la Venere di Milo e io misi il mondo nelle tue braccia”
- Nella canzone “Fiamme negli occhi” del duo italiano Coma_Cose, presentata al Festival di Sanremonel 2021. Il testo dice “metà una Venere di Milo che prova ad abbracciare un uomo“.
- Nell’album Marquee Moondei Television c’è una canzone intitolata Venus in cui si cita la statua..
- Nell’album Birth of the Cool di Miles Davis si trova un brano intitolato “Venus de Milo”, composto da Gerry Mulligan.
- Infine, nel cartone I Simpson nell’episodio 09×06, Homer ruba una rara caramella gommosa ispirata alla venere di Milo.