Miroslaw Balka, nehtyM. Mito arte e vita in mostra a Milano

In copertina: Miroslaw Balka, Afrodyta Knidos, 2021. Carboncino e penna su cartone; 200 × 140 cm. Veduta dell'opera nello studio dell'artista, 2021

Galleria Raffaella Cortese ospita nehtyM quinta personale di Miroslaw Balka in galleria. L’artista, già protagonista dell’importante retrospettiva CROSSOVER/S, al Pirelli HangarBicocca nel 2017, torna a Milano con un nuovo progetto di opere inedite.

Una nuova serie di opere inedite che proseguono l’indagine di Miroslaw Balka sul delicato rapporto tra arte e vita

nehtyM, titolo della mostra, è la versione speculare della parola tedesca “Mythen” che rivela il viaggio dell’artista nel concetto di mito attraverso tre simbolici momenti: Desiderio, Gravità e Unione. Il percorso espositivo è così scandito in tre macro-aree attraverso nuove sculture e disegni, opere che proseguono l’indagine, avviata da Miroslaw Balka negli anni ’80, sul delicato rapporto tra arte e vita, intrecciando le esperienze personali con l’immaginario della memoria collettiva.

Desiderio è il primo tempo della mostra, caratterizzato da tre disegni di grandi dimensioni che rappresentano due personaggi della mitologia greca: Afrodite, l’antica dea greca dell’amore e della bellezza, e Niobe, figlia di Tantalo, che fu punita per l’arroganza con cui si vantava dei propri numerosi figli. Le due divinità appartengono alla storia personale di Miroslaw Balka che le ricorda come i primi soggetti del desiderio, scoperti mentre curiosava tra i libri di mitologia in bianco e nero all’età di 12 anni.

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Miroslaw Balka, Afrodyta Knidos, 2021. Carboncino e penna su cartone; 200 × 140 cm. Veduta dell’opera nello studio dell’artista, 2021

“Dove sono i confini della fiducia? Non toccheresti un quadro con le dita, ma la scultura fa venire voglia di toccarla, di bussare per capire di cosa è fatta. La presenza del corpo, il ruolo della fisicità — è un contesto diverso, in cui ci sono ancora prospettive per la scultura non più figurativa ma dedicata a una figura diversa — la figura dello spettatore”.
M.B. 2015

Segue Gravità che vede come protagonista 84 kg, una scultura in cemento composta da forme differenti di vasi da fiori. Dell’opera, che è stata sviluppato attraverso strutture, livelli e intensità diversi, l’unica informazione dataci è il peso: mentre la misura del titolo suggerisce la totalità dell’oggetto finale e ne demarca la presenza nello spazio, i dettagli sono taciuti. Nella compresenza di visibile, quantificabile, e invisibile, latente, l’opera evoca un immaginario senza tempo.

Unione è la terza area della mostra con 273 x 23 x 23 / NowHereWe, una scultura composta da campane provenienti da luoghi, culture e iconografie religiose diverse. Attraverso l’associazione di oggetti comuni trovati, raccolti e rimossi dal loro contesto originario, Miroslaw Balka avvicina storie e memorie lontane mettendole in relazione con uno spazio inedito, quello espositivo, e sviluppa un nuovo linguaggio formale il cui significato è libero da ogni esplicita interpretazione.

L’artista conclude il percorso con un frammento della sua sfera privata, rappresentato dall’opera Heaven – Jerzy, una carta da regalo dorata che rievoca un ricordo ormai distante: l’ultimo Natale trascorso con suo padre. Sospesa tra il tempo perduto e quello ritrovato, questa narrazione che Miroslaw Balka costruisce a partire da una memoria personale allude al mito collettivo della dimora famigliare, dell’infanzia e della condizione umana.

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Tommaso Pergolizzi
Tommaso Pergolizzi
Laureato in Arti, Patrimoni e Mercati all'Università IULM di Milano. Gallery Assistant presso Dep Art Gallery a Milano e curatore della sezione Arte di Lifestar.it